Garcia: "Siamo malati. Ma la squadra saprà reagire"

04/02/2015 alle 09:19.
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GASPORT (D. STOPPINI) - A questo è arrivata la Roma. Al «tirate fuori le palle» urlato a fine partita ai giocatori, chiamati sotto la ad ascoltare una contestazione impensabile solo fino a tre settimane fa. Sic transit gloria mundi: i risultati travolgono tutti, anche la Roma, anche , che sotto la curva non è andato ma nel frullatore delle critiche è finito eccome. Sconfitta dopo otto partite ufficiali – l’ultimo k.o. era del 10 dicembre contro il Manchester –, la Roma non vince nei 90 minuti all’Olimpico dal 30 novembre. E il successo agli ottavi di finale di Coppa Italia con l’Empoli, ai supplementari, è arrivato in maniera quantomeno discutibile. Non è bastato neppure l’esordio di : la Roma è sparita. Lenta di testa e di gambe. E ormai fuori dalla seconda competizione stagionale, dopo la .

PROBLEMI «È una situazione particolare, ma possiamo passare il turno per riprendere il nostro cammino», aveva detto prima del match . Lo stesso beccato dalle telecamere in un’espressione sconcertata dopo il raddoppio della . Sconcertato come , in fondo: «I fischi li accettiamo, i tifosi ci hanno incoraggiato fino alla fine, sono arrabbiati come noi per il risultato – ha detto l’allenatore francese –. Stiano tranquilli, perché questa squadra ha voglia di fare il massimo per tornare a vincere». Già, ma come? «È un momento di difficoltà, lo sappiamo. Ora la squadra è meno sicura e prende meno rischi. Dobbiamo far tornare la fortuna dalla nostra parte, serve fare due metri in più: così si torna a vincere. Ci restano due competizioni, ora sotto con il Cagliari. Presto torneranno gli africani, rientrerà anche e saremo più forti. La delusione è per questa partita, non tanto per la , competizione nella quale siamo arrivati terzi come da copione». Il problema è che la Roma di qualche tempo fa aveva abituato tutti a saper recitare anche oltre il copione: «Ma la qualità di una squadra si vede nei momenti difficili: ora deve uscire il carattere. Certo, non mi aspettavo tutti questi infortuni. Ma il momento più difficile della mia gestione non è adesso: è quando arrivai, un anno e mezzo fa».

REAZIONE Un modo per rimarcare quanto fatto, l’ennesimo richiamo alla memoria. Che però non è più sufficiente. La Roma «è malata, non basta prendere un’aspirina – dice il d.s. –. Sapremo reagire. Il mercato è stato fatto un po’ in ritardo, l’allenatore e la squadra su questo non c’entrano. È in questi momenti che si deve cementare il gruppo».