LA REPUBBLICA (G. FOSCHINI, M. MENSURATI) - La procura di Cremona ribadisce l’accusa di frode sportiva nei confronti del commissario tecnico della nazionale Antonio Conte. È questa la principale notizia contenuta nel documento di chiusura indagini che verrà depositato dal procuratore capo Roberto Di Martino la prossima settimana. Un documento attesissimo, che riassumerà quasi quattro anni di lavoro e che restituisce l’idea di un calcio malato allo stadio terminale, con un totale di circa 250 calciatori coinvolti (per la metà dei quali verrà chiesta l’archiviazione) un centinaio di indagati per frode e una cinquantina accusati di associazione per delinquere. Tra questi, Beppe Signori e Stefano Mauri. I protagonisti e le vicende sono ormai quasi tutte note. La più clamorosa è quella che riguarda l’attuale commissario tecnico della Nazionale Antonio Conte. Al tempo dei fatti contestati, era allenatore del Siena. Alcuni calciatori di quella squadra, finiti per altri versi al centro delle indagini, hanno accusato il tecnico di aver “lasciato” la squadra libera di decidere se giocare davvero oppure regalare agli avversari la partita con l’Albinoleffe, e di essere stato a conoscenza dell’accordo per “lasciare” la partita contro il Novara.
Indagine chiusa: Conte, fu frode
31/01/2015 alle 10:16.
L’indagine condotta su quei fatti dal servizio centrale operativo della polizia, fu molto approfondita, conobbe ramificazioni e momenti anche drammatici. In uno di questi, davanti ai magistrati di Bari che lo interrogavano su Bari-Salernitana chiedendogli come mai un allenatore come lui non si fosse accorto del suk in cui si era trasformato il suo spogliatoio, un Antonio Conte in grande difficoltà arrivò a darsi “del coglione”. Ciononostante la giustizia sportiva più di due anni fa si affrettò a ridimensionare l’accusa della procura (frode appunto) qualificando quel comportamento con il peccato veniale dell’omissione di denuncia, e squalificò Conte per quattro mesi. Oggi la procura di Cremona insiste, fu frode, autorizzando nuove domande sulla scelta della giustizia sportiva. Qualcosa di simile, riguarda Stefano Mauri. Come detto anche nel suo caso il pm Di Martino ha deciso di “ribadire” l’accusa iniziale di associazione per delinquere. Accusa per la quale il capitano della Lazio fu anche tratto in arresto. Verrà chiesta l’archiviazione, invece, per Bonucci e Criscito. L’udienza preliminare è prevista per la tarda primavera, il processo dovrebbe cominciare in autunno.