Napoli-Roma. È qui la Champions

09/03/2014 alle 09:34.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - L’oro della in palio al San Paolo. Una ventina di milioni sicuri per alleviare le pene del bilancio, la sicurezza di trascorrere un’estate tranquilla: il secondo posto vale tanto, e Roma se ne giocano una buona parte in 90 minuti.

Solo Benitez è costretto a vincere per continuare a sperare. ha il match point a disposizione ma gli va benissimo anche un pareggio che equivale a guadagnare un punto in virtù dello scontro diretto vinto all’andata. Era la Roma inarrestabile dei record, più forte di tutto (in quella gara perse e Gervinho), adesso ha una discreta stanchezza accumulata, due capitani neppure convocati e tre-quattro uomini non al meglio: , al rientro oggi, , e .

Detto questo, Rudi conserva una grande fiducia nelle possibilità dei suoi. «La pressione è sul - sottolinea alla vigilia - se perdono è quasi finito tutto, se va male a noi rimaniamo comunque secondi. Un pareggio sarebbe un buon risultato? Si, è evidente. Lasciare il a sei punti con una gara di meno sarebbe positivo. Ma se giochi per il pari, rischi di perdere. Bisogna cercare di vincere, come sempre. In ogni caso non è la finale del campionato, dopo la sfida mancheranno ancora 11 partite per loro e 12 per noi».

Stasera è il quarto confronto diretto tra le due aspiranti al trono juventino: finora è 2-1 per i giallorossi, con 5 gol a testa segnati, ma la finale di Coppa se la sono presa gli azzurri. «Spero di vedere lo spettacolo visto nella semifinale d'andata - l’auspicio di - un ambiente di livello, con due squadre e un arbitro forti. Hanno il secondo attacco del campionato, noi il terzo. Può succedere di tutto, dobbiamo fare in modo, come dopo la sconfitta a Torino con , di dimostrare che possiamo rifarci e vincere». La batosta di coppa qualcosa deve aver insegnato: secondo il tecnico è stato solo un problema di attenzione. «Possiamo segnare in ogni momento, ma domani dobbiamo essere più efficaci in difesa, anche sui calci piazzati: certi momenti decidono le partite».

La Roma vista ultimamente potrebbe non bastare a reggere il ritmo del . Che quando parte in velocità, lo fermi solo con i cannoni. «Contro l’Inter - analizza l’allenatore francese - non è stato un problema fisico di tutti, ma solo di alcuni giocatori. Abbiamo vissuto una settimana atipica e nel secondo tempo potevamo comunque vincere».

Per fortuna che « ha recuperato, sarà con noi al 100%». Senza lui e sarebbe stato difficile allestire un centrocampo all’altezza. torna sulla di Capitan Futuro e conferma la linea societaria: non è colpa del giocatore ma del sistema che ha portato alla . Compresa la punizione preventiva di Prandelli. «Il codice etico è giusto, il problema è che tutto ciò che porta all'interpretazione è pericoloso. Daniele era già condannato dalla tv e dalla non convocazione. A mio avviso sarebbe stato meglio chiamarlo in Nazionale e magari, dopo la decisione del giudice sportivo, rispedirlo a casa. Non difendo , ma parlando con lui mi ha detto che neanche si è accorto di aver fatto quel gesto, idem Icardi. Il calcio è un gioco di contatto, non è danza. Bisogna avere una misura giusta per tutti».

Il tema arbitrale sembra stargli più a cuore di quando è sbarcato in serie A. «Non è un problema della Francia o dell’Italia - spiega - è generale. Dobbiamo aiutare gli arbitri. Anche se ora ci sono dodici occhi a vedere non cambia nulla: devono decidere in un attimo. Perché la televisione viene utilizzata in un modo solo? O serve o non serve. Ad esempio il rugby è uno sport migliorato grazie alla tecnologia. Così non possiamo andare avanti, siamo nel XXI secolo». Nel calcio è ancora preistoria.