CORSPORT (A. MAGLIE) - Lallenatore del Borussia Dortmund, Jurgen Klopp, ha confessato che tutto quello che sa di calcio lo ha imparato studiando Arrigo Sacchi e il suo stratosferico Milan. E se il nostro problema non fosse quello di «copiare» un modello tedesco ma di ricostruire un «modello» italiano? Stasera a Firenze si affronteranno due squadre che hanno puntato sulla qualità tecnica, su quelli che un tempo venivano definiti «piedi
Klopp a Dortmund ha fatto questo, imitando Sacchi. E Sacchi non è un marziano. E nato in Italia e ha capito che quel calcio che aveva funzionato per tanti decenni, ormai non reggeva più. Usava una parola, lArrigo: generosità. Il calcio deve essere generoso nei confronti di chi lo segue e lo ama, lo segue perché lo ama. Vincenzo Montella in larga misura ha deciso di seguire questa strada: la maniera pratica è diversa, lo spirito che anima quella maniera è identico. E ispirati a un concetto di «generosità» sono stati i tentativi della Roma, prima con Luis Enrique e poi con Zeman: si possono criticare le applicazioni, ma non le intenzioni.
Gli allenatori sono stati negli ultimi decenni un grande patrimonio italiano, lepoca doro più recente il nostro pallone lha vissuta quando sullonda di Sacchi sono arrivati interpreti con idee diverse ma sempre «generose» come Lippi o Zeman o Scala. Per strade diverse perseguivano un obiettivo: linnovazione nel segno della qualità. E lo stesso spirito che anima Antonio Conte e che lo porterà a conquistare domani il secondo scudetto consecutivo. LItalia può costruire un suo modello calcistico proprio partendo da un rinnovato slancio di generosità, da quella spinta coraggiosa che portò Sacchi in cima allEuropa e, indirettamente, Klopp non lontano da quella cima.