
IL ROMANISTA (D.GALLI) - Lhanno chiamato gialloroscio, vichingo, guerriero. John Arne Riise è qualcosa di più. È romanista. Nel senso che tifa per la Roma. Ma - oh - per davvero. Domenica notte era al Jet Set con Menez, locale in dellEur. A chi gli ballava intorno, John ha profetizzato: «Guardate che vinciamo lo scudetto». Lha detto. E poi per essere sicuro lha ridetto. «Guardate che lo vinciamo».
Quando Lazzari ha consumato la sua vendetta biblica, alzandosi, camminando e spedendo noi nel sepolcro, si è acceso Totti: tredicesimo e quattordicesimo gol in campionato. «Dopo il gol del Cagliari, Totti ha dimostrato che poteva ancora segnare. Ha portato a casa una vittoria molto importante per noi». Riise è rimasto folgorato dal clima. DallOlimpico. Dalle migliaia di romanisti che indossavano la maglia di Francesco: «Latmosfera è stata splendida allo stadio durante tutta la partita e i tifosi hanno dato a Totti un aiuto enorme, dopo quel che era successo nella finale contro lInter lo scorso mercoledì». John si sofferma poi a descrivere la figura del suo capitano. «Molto è stato detto e scritto su Totti, ma la mia impressione, dopo due stagioni con lui, è che si tratti di una splendida persona, molto divertente, molto modesta, sempre gentile. Ovviamente, Francesco è anche un grande giocatore per il quale nutro un enorme rispetto». Ovviamente? A giudicare da chi lo aveva stroncato dopo il calcio a Balotelli, mica tanto ovviamente. Non certo per Riise, che di Totti è primo tifoso. «È un grande capitano e noi abbiamo vinto per lui. Per la settimana particolare che ha avuto». Guarda in cielo, Capita. Guarda quanto amore ti circonda lassù. Sugli spalti. Ma guardati pure intorno. Perché il primo dei 7200 di Verona è lui, John. Il gialloroscio di Alesund.