Stagione 1997-98. La migliore per quel che riguarda i derby per la Lazio. Alla fine furono quattro su quattro. Quello vinto con maggior fatica è il terzo, valido per il ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia. Viene ricordato come il derby di Gottardi, decisivo fu però Rambaudi. «Eravamo abituati a vincere — ricorda Rambaudi —, eravamo superiori. Per noi batterli era normale, era la prassi. La squadra di oggi ricorda la nostra per la sua unità di gruppo». Dopo oltre 3 anni senza vincere (l’ultimo successo è quello del 26 maggio) la Lazio ha voglia di tornare ad imporsi. «Sono fiducioso — ammette Antonio Filippini —, perché la Lazio attacca bene pure quando si difende: in contropiede infatti è pericolosissima». La vede così anche Stefano Fiore: «La Roma quest’anno fatica a mantenere la concentrazione, e questa sfida si vince di nervi». La storia più bella fra quelle che comporranno il derby potrebbe scriverla Cataldi, il più esperto fra i romani biancocelesti: «Credo che darebbe una grande carica alla squadra se lui, Lombardi e Murgia facessero il discorso alla squadra nel pre-partita — spiega Emanuele Filippini —. Noi avevamo Di Canio che aveva un carisma unico, ma sono convinto che loro trasmetterebbero ai compagni emozioni speciali, emozioni che solo chi è laziale può conoscere».
Ma il derby lo vivranno e lo vedranno anche dall’altra parte: Giuseppe Giannini, Abel Balbo, Max Tonetto e Giovanni Cervone, tutti tiferanno Roma. «L’importante — spiega Giannini— sarà non giocare il derby già questa settimana, ma soltanto domenica prossima. La Lazio è una buona squadra, noi siamo più forti, se i giocatori riusciranno a mantenere la testa lucida hanno tutte le carte in regola per far bene. Il segreto è proprio questo: mantenere freddezza e avere la testa distaccata fino a un’ora prima. Se ci si arriva con una settimana di partite già giocate è un problema». Di testa parla anche Abel Balbo: «La Roma sta bene ed è in salute, senza dubbio può farcela anche se con il Pescara non ha giocato benissimo. Nel derby però moduli e schemi contano fino a un certo punto, serve vincere e basta e per farlo bisogna farsi trovare pronti nei momenti chiave perché partite così sono decise quasi sempre da episodi. In sostanza: se si sfrutta il momento giusto poi tutto diventa più facile». Da un attaccante a un difensore, per Max Tonetto l’importante sarà «concedere meno rispetto alle gare con Pescara e Atalanta perché ti vai a scontrare con una formazione ben organizzata. E questa è la prima cosa da valutare, indipendentemente dal fatto che sia un derby. Nelle ultime due partite c’è stato qualche passo indietro, ma poi con la Lazio si azzera tutto, anche se essendo alta classifica non è vero che i valori tecnici si annullano. Poteva succedere con lo stadio pieno, non adesso».
Ecco perché, ribadisce anche Giannini, «non conta nulla il fatto che siano loro a giocare in casa. Per la Roma sarà come tutte le domeniche in cui è all’Olimpico». Secondo Giovanni Cervone, le due squadre «stanno facendo bene, ma non benissimo. La Roma è più definita, ha più giocatori importanti, credo che sia favorita. Dovrà però fare bene, anzi meglio, in mezzo al campo, perché è sempre lì che si decidono le partite. Gli uomini chiave potranno essere Felipe Anderson e Dzeko, ma alla fine nel derby conta davvero il singolo? Secondo me no…».
(gasport)