Tra Napoli e Roma giochi d'equilibrio

12/10/2016 alle 13:19.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Un conto è poter schierare sempre, o quasi, gli stessi uomini, tutt'altro è doverli cambiare, e per diversi motivi (per infortuni e/o per scelte di mercato poco condivisibili), in continuazione. Ti chiedi perché il di Sarri difenda meglio della Roma di e la risposta, forse, è proprio in questo aspetto. E si arriva al momentaneo dato: sei reti incassate dal , nove dalla Roma (meglio i giallorossi di due gol, come attacco, 14 contro 16). Ma il problema parte da più lontano: il tecnico del ha puntato più di un anno fa (dopo l'iniziale idea del 4-3-1-2) su un modulo (il ) e su una linea difensiva (Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam), alternando di tanto in tanto qualche giocatore a favore di un altro. Cambiandone mai più di uno: nel quartetto base - in queste sette giornate di campionato - si sono alternati solo due volte Maggio (con Chievo e Palermo), una volta Strinic (con il ) e una Maksimovic (con Atalanta per l'infortunio di Albiol), rispetto ai titolari. Meccanismi, in questo modo, più facili da consolidare: i cambi sono occasionali e mirati, senza scombinare gli equilibri raggiunti per il lavoro che va avanti dall'estate del 2015 a Dimaro. La base, insomma, è quella. Koulibaly è il perno della difesa, che conta pure sull'esperienza di Albiol e sulla disciplina tattica di Hysaj, che sa coordinare bene con Ghoulam le discese offensive. Il è Reina, senza se e senza ma. Campionato e coppa dei campioni che sia.

DIMARO E PINZOLO - Chi è stato a Pinzolo avrà potuto notare le tecniche di allenamento di e, chi ha osservato il lavoro di Sarri in sede di preparazione, confermerà che i due tecnici preparano la difesa nello stesso modo, con le stesse tecniche: movimenti elastici e coordinati della linea rispetto alla palla al grido pronti, salire e scappare a seconda di dove finirà il pallone. E' chiaro che qualche differenza la si trova comunque e forse questo è il segnale dei difetti difensivi della Roma. Che per esempio ha un terzino, Peres o , meno disciplinato del suo collega del , Hysaj: spingono entrambi, ma l'albanese evidentemente conosce meglio il quando. Il modulo, dicevamo, aiuta: la Roma ne ha cambiati in queste sette partite e questo ha creato quel minimo di confusione in più nei giocatori giallorossi che appaioni più insicuri nei movimenti difensivi. Il mediano della Roma, ad esempio, gioca più basso rispetto a Jorginho. Sarri tiene più alta la linea dei difensori e non vuole che l'italo-brasiliano si schiacci troppo tra i due centrali. invece allarga spesso i difensori di mezzo quasi ad andare a formare una difesa a tre, con gli esterni molto alti, quasi ali.

VORREI MA NON POSSO, non come Sarri, ha dovuto lavorare su una difesa diversa da quella che immaginava. L'estate ha pensato a , a Vermaelen, a Mario Rui, poi Lucio si è ritrovato a non avere quasi mai il belga, mentre il portoghese e il tedesco sono finiti out con il campionato ancora da cominciare. Ed ecco che nelle sette partite di serie A fin qui giocate, il quartetto arretrato non è mai stato quello pensato da e comunque Lucio ha potuto confermare per sole volte lo stesso quartetto. Questo non un bene per gli equilibri di squadra. Specie se i calciatori si sono dovuti adattare a ruoli diversi. A Sarri, insomma, difficilmente capita di mettere Koulibaly terzino o Hysaj centrale.

I FUORI POSIZIONE - Peres, ad esempio, è stato preso per fare il e invece lì ha giocato solo due volte (contro Udinese e ), le altre cinque è stato schierato a sinistra. ha fatto l'esterno destro nelle cinque occasioni lasciate scoperte dal brasiliano. A sinistra contro Udinese e hanno giocato e Juan Jesus. L'unico sempre presente è , il Koulibaly della Roma, i due sono accomunati pure per i nervosismi estivi legati al contratto (il senegalese lo ha rinnovato, il greco no). Kostas ha avuto al suo fianco, dall'Udinese all', due volte Vermaelen, una Juan Jesus e quattro Fazio, che in teoria era arrivato al posto di . In alcuni frangeti di partita, ad esempio a Cagliari, ha usato anche la difesa a tre. L'equilibrio la Roma sta pian piano trovandolo avendo rinunciato al doppio terzino di spinta, Peres e , ma inserendo un tappo (non ...) dietro , ovvero Juan Jesus in attesa di Mario Rui. A vedremo una Roma più attenta, meno scriteriata. Perché anche sa che per vincere serve non prendere tanti gol.