LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Chissà se il destino era già scritto, e se davvero doveva andare così. “Mi sono sempre augurato di concludere la mia carriera con Luciano”, scriveva Francesco Totti in un messaggio di saluto, a margine delle dimissioni di Spalletti. Parole che oggi suonano come un presagio. A distanza di 6 anni e mezzo quel desiderio che sembrava impossibile torna infatti prepotentemente vivo e a un passo dall’esser realizzato. Il tecnico toscano in queste ore è a Miami per trattare con Pallotta il suo contratto e, soprattutto, i margini d’azione all’interno di Trigoria che l’allenatore vorrebbe ampi e senza troppe interferenze, mantenendo un rapporto diretto proprio con il presidente. Grazie all’esperienza in Russia, Luciano è più maturo, parla benissimo l’inglese e ha acquisito anche capacità manageriali. E a Roma il primo a tifare per una felice conclusione della vicenda è proprio Totti, rimasto molto legato al toscano. Spalletti i primi tempi rimproverava al capitano giallorosso e a De Rossi di avergli fatto una specie di fronda, immerso ormai com’era nell’inseguimento di fantasmi e nemici. Poi, gradualmente, i rapporti sono tornati molto buoni, sulla base di una stima reciproca e della consapevolezza di aver condiviso uno dei periodi più belli delle carriere di tutti e tre. Così Francesco e Daniele sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte, anche se umanamente vivono con dispiacere il fallimento di Garcia. Lo considerano una brava persona, e, soprattutto, a far discutere è la tempistica della decisione di esonerare il francese, visto che lo spogliatoio era convinto che il licenziamento arrivasse prima di Natale, dopo la gara col Genoa. E già sapevano che quello più papabile per la successione era proprio Spalletti. Garcia continua a dirigere gli allenamenti, mentre in città i tifosi restano incollati su radio e siti internet per non perdere il momento in cui verrà annunciato l’esonero e il conseguente arrivo del nuovo allenatore. È un po’ questo il paradosso.
Garcia al capolinea, il sì di Totti e De Rossi al ritorno di Spalletti
13/01/2016 alle 13:13.
Nell’incontro con Sabatini, sembra che Luciano abbia chiesto un terzino e un difensore centrale, di fatto bloccando gli arrivi di El Shaarawi e Perotti, considerati non una priorità, visto che Florenzi tornerà a fare l’esterno d’attacco. Tutte pugnalate al diesse giallorosso, che in queste ore sta vedendo crollare l’impostazione che aveva dato fino a questo momento alla rosa, costretto a mettere in discussione le sue certezze calcistiche, almeno tutte quelle legate al gruppo attuale.
Gruppo che ha ieri festeggiato la nascita della prima figlia di Manolas, che è stata chiamata come Kostantina. È proprio il greco ad annunciarlo su Instagram, felice accanto alla moglie, in clinica. Manolas domenica, contro il Verona, dovrebbe essere in campo, visto che non ha riportato lesioni muscolari. Al settimo cielo per la nascita, il difensore vorrebbe dedicare subito una rete alla piccola, all’interno di un Olimpico che potrebbe tornare a riempirsi (Sud esclusa) per il ritorno di Spalletti. Sempre che si faccia in tempo a chiudere tutti i dettagli dell’accordo. Intanto, come annunciato ieri, Strootman ha cominciato a lavorare con la Primavera di Alberto De Rossi. Un allenamento sul campo, nel pomeriggio, mentre la prima squadra stava in palestra.