Dal 4-2-3-1 alla difesa a tre, rebus tattico

18/01/2016 alle 14:55.
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IL TEMPO (A. SERAFINI) - Pochi giorni di addestramento e l’inevitabile necessità di provare direttamente sul campo. Per questo la prima in giallorosso di Spalletti ha evidenziato più che altro la sistematica intenzione di cambiare modulo in base al momento della gara. Prima novità: nel iniziale sono state invertite rispetto al recente passato le posizioni di e , piazzato come incursore alle spalle della punta. Il centrocampista bosniaco quindi ha preso posto al fianco di nel classico ruolo diregista spallettiano, con il compito di impostare l’azione con meno tocchi possibili.

Ci vorrà del tempo per capire l’adattabilità del numero 15 a una posizione finora ricoperta soltanto in nazionale e giusto un paio di volte nella Roma, mentre è bastato circa un quarto d’ora a Spalletti per comunicare alla squadra di posizionarsi con uno schieramento diverso, su cui probabilmente si continuerà a lavorare anche in allenamento. Con la presenza di (in grado sulla carta di dare più qualità nella ripartenza dell’azione), spazio alla novità del 3-5-2 o meglio del 3-4-2-1, con , e posizionati sulla linea difensiva, e (riportato a destra) sulle fasce e maggiore densità a centrocampo tra e in supporto di . Ma una volta che la palla finiva agli avversari, la difesa era di nuovo a quattro uomini. Nella ripresa Spalletti è tornato al e poi ha rispedito nel «vecchio» ruolo di terzino . Con una settimana di lavoro alle porte ci sarà più tempo per oliare idee e meccanismi: obiettivo necessario per provare a scalare la montagna juventina domenica.