GASPORT (M. CECCHINI) - Alla prova del nove, a fallire è proprio la Roma. Il Bate Borisov contro le squadre italiane aveva rimediato solo 4 pareggi e 4 sconfitte; stavolta invece accende la festa condannando i giallorossi di Garcia all’ultimo posto nel girone. D’altronde, da una difesa che ha subìto finora in questo inizio di stagione 11 gol in 8 partite non ci si poteva aspettare miracoli, senza contare che in Champions League la Roma non ha la porta inviolata dal 2009. A un certo punto, poi, sembrava materializzarsi persino lo spettro del Bayern di un anno fa, quello dell’1-7 casalingo, visto che dopo 30’ i bielorussi avevano 3 reti di vantaggio contro i 4 dei tedeschi nello stesso. Ma vi assicuriamo che fra il volenteroso Bate e la corazzata di Guardiola c’è una distanza incommensurabile che la squadra di Garcia sembrava riuscire a colmare.
LEZIONE NAINGGOLAN - Per questo, alla fine, persino i tatuaggi di Nainggolan paiono più sbiaditi. «E’ andata malissimo. Non abbiano difeso bene. Certo, nella ripresa sapevamo che potevamo recuperare e alla fine c’è rammarico per non esserci riusciti. Adesso dobbiamo valutare le cose negative e quelle positive, dovevamo fare meglio. Presuntuosi nell’approccio? No, sapevamo che sarebbe stata una gara difficile, però dovevamo iniziare come abbiamo giocato il secondo tempo. Abbiamo fatto una partita a due facce, dobbiamo prenderla come lezione e cercare di fare meglio nelle prossime partite».
FLORENZI ACCUSA - Anche Florenzi alla fine non cerca scuse: «Non so se alla fine un pari sarebbe stato tanto meritato. Questa partita l’abbiamo preparata malissimo mentalmente noi giocatori, altrimenti non prendi due gol in dieci minuti. Certo, nel secondo tempo è scesa un’altra Roma, ma dobbiamo tutti rivedere la nostra prestazione, me compreso. La spiegazione? Non è stata supponenza o sentirsi più forti di loro. Credo ancora che siamo più forti del Bate Borisov. Se la prepari bene una gara del genere, come quella col Barcellona, finisce bene per noi e male per loro. A destra non abbiamo letto bene la situazione, loro attaccavano molto bene e lo sapevamo, ma non siamo riusciti a prendere le contromisure, è solo colpa nostra. Perché manchiamo di continuità? Se lo sapessi non starei qui mogio a parlare di una sconfitta. Dobbiamo migliorare sotto questi aspetti perché è stata soprattutto una partita di testa, tutti siamo rimasti nello spogliatoio nel primo tempo, poi lo senti anche nelle gambe. Certo, la qualificazione è ancora in gioco ma so che è una partita dove si poteva fare meglio, la volevamo vincere. La reazione non ce la devi avere nel secondo tempo perché dove c’è una reazione c’è uno sbaglio». Proprio vero. E chissà che lo stesso concetto non sarà ribadito subito dal presidente Pallotta con una sfuriata dagli «States»