Per la Roma di Garcia assicurazione Keita. Uno che domina i derby

21/05/2015 alle 14:14.
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GASPORT (A. PUGLIESE) - Se è vero che Lazio-Roma per vale come una finale e — come tale — è una partita da vincere, è anche vero allora che bisogna affidarsi a chi le finali è abituato a giocarle. E nessuno nella Roma più di ha nel Dna i cromosomi vincenti, quelli che si formano giocando (e — appunto — anche vincendo) le partite pesanti, quelle da dentro o fuori, della vita. Proprio come lo è una finale. Ecco perché l’allenatore francese sta pensando di affidarsi proprio a lui nel derby di lunedì prossimo, una partita decisiva per il cammino verso la prossima .

I DERBY IBERICI Dovesse giocare (come sembra sia nelle intenzioni di ), quello di lunedì sarebbe il primo derby capitolino di (l’11 gennaio, il giorno della sfida d’andata, il centrocampista era infatti in Coppa d’Africa, impegnato con il suo Mali). E considerando che i derby è abituato a giocarli e — per fortuna della Roma — anche a vincerli, sembra un buon punto di partenza per i giallorossi. In Spagna, con la maglia del , il maliano ha infatti incontrato per 8 volte l’Espanyol, riportando 4 vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta. Ancora migliore, poi, il bilancio contro il Real Madrid, nel Superclasico , il vero derby di Spagna, quello che agita i cuori di un po’ tutti gli amanti del calcio spagnolo e non solo. Lì, in quelle sfide da far tremare i polsi, ha portato a casa ben 8 vittorie in 12 partite, incassando poi anche tre pareggi e una sola sconfitta. Considerando che davanti c’era il Real, un bilancio da brividi, anche per il delle meraviglie, quello che con Guardiola ha fatto scorpacciate di vittorie e trofei così grandi da fare indigestione.

A SINGHIOZZO Ecco anche perché molto probabilmente punterà su , perché è uno che ha l’abitudine a convivere con la pressione di partite come queste. Dopo la distorsione al ginocchio subita in Europa League contro la , il maliano è andato a singhiozzo, giocando scampoli di gara contro Atalanta, Inter, Sassuolo e Udinese e restando in panchina contro il Milan (out per infortunio, invece, contro il ). In tutto cento minuti, alla media di 25 minuti a gara, considerando che una gara da titolare in campionato non la gioca oramai dal 16 marzo, oltre due mesi fa, il giorno della sconfitta casalinga (0-2) con la Sampdoria. Adesso, allora, è tornato il momento di riprendere per la mano la Roma e condurla fino al traguardo . Poi potrà anche decidere cosa fare, se restare ancora un anno firmando un nuovo contratto o andare a cercare fortuna altrove.

PROVE DI MODULO Proprio per mettere dentro , sta anche pensando di poter cambiare il modulo, passando al 4-3-1-2, con una mediana muscolare formata dal maliano, e e spostato più avanti, ad agire da trequartista. Un modulo spregiudicato e per alcuni versi rischioso, contro una Lazio che ha due ali straripanti come Candreva e Felipe Anderson. studierà soluzioni in settimana, ma di certo il sembra più funzionale a contenere l’esplosività dei due esterni biancocelesti, con e bravi a sacrificarsi in fase difensiva e pronti a trasformare in fase difensivo il modulo in un 4-5-1 che toglierebbe spazio ad Anderson e Candreva e permetterebbe una maggiore assistenza sulle fasce ai terzini giallorossi. Quale sarà alla fine il modulo scelto da , dovrebbe comunque esserci. Se sarà 4-3-1-2 potrebbe andare a giocare da mezz’ala, anche se il passo non è proprio quello. Se invece sarà ancora , a lasciargli il posto potrebbe essere (diffidato, proprio come il maliano), uno che — nonostante i recenti buoni propositi — i derby li vive e li sente anche troppo. questo problema non ce l’ha. Perché non è romano e perché di derby decisivi e di sfide pesanti in carriera ne ha giocati un’infinità, anche molti di più dello stesso .