IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI) - Il conto alla rovescia del Campidoglio sul nuovo stadio a Tor di Valle è iniziato: lunedì in Aula la votazione della delibera sull’interesse pubblico. Ma rimangono sul piede di guerra tutti i comitati e le associazioni che si oppongono a un’operazione immobiliare discutibile e ancora ricca di incognite. Italia Nostra torna a ribadire «il rischio idrogeologico dell’area di Tor di Valle per le esondazioni del Fosso di Vallerano. Un rischio documentato, nonostante gli attacchi violenti nei nostri confronti portati a termine dall’assessore Giovanni Caudo». Intanto, un cartello di comitati contro Tor di Valle ha intrapreso una raccolta di firme per dire no «a una variante fuori dal piano regolatore per quasi un milione di metri cubi di cemento». Lo slogan dei comitati è: si scrive stadio, si legge cementificazione. La petizione, che sarà inviata entro lunedì al sindaco Ignazio Marino, ha già raccolto oltre 2.000 firme in poche ore.
IN AULA - C’è chi dirà no a Tor di Valle. La notizia arriva dall’opposizione, da Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia: «Sappiamo che alcuni esponenti del centrosinistra non voteranno la delibera. Il sindaco e la maggioranza non devono gettare in caciara questa discussione». O meglio - visto che si parla della delibera sull’interesse pubblico del nuovo stadio di Tor di Valle che dovrà essere approvata lunedì in consiglio comunale - calciare la palla in tribuna.
LE CRITICHE - I malumori della maggioranza sull’operazione calcistico-finanziaria di Parnasi-Pallotta rimangono. Serpeggiano nel Pd ed escono fuori allo scoperto in Sel e addirittura nella lista civica del sindaco. Soprattutto dopo la chiamata alla mobilitazione di Marino ai tifosi della Roma affinché lunedì vengano in Aula per pressare i consiglieri di maggioranza.
Un’uscita che non è piaciuta a nessuno e che ieri è stata chiarita dal primo cittadino durante una telefonata con Fabrizio Panecaldo, capogruppo del Pd. Ma i dubbi rimangono. Da Sel Imma Battaglia attacca: «Si cerca di far passare una delibera sullo stadio che contiene in realtà un’opera urbanistica di forte impatto sulla città: 359.000 metri quadrati nell’area che era destinata a parco fluviale e di cui lo stadio ne occupa solo 59.000». La linea della maggioranza è chiara: lo stadio è ok, ma non convincono le cubature accessorie e la mancanza di collegamenti dell’area, sia sua ferro che su gomma. Dubbi rilanciati ieri anche da Fratelli d’Italia, che ha presentato una pioggia di emendamenti e ordini del giorno, oltre cento in tutto. «E poi bisogna chiarire quali impegni saranno presi sull’impiantistica sportiva in città: dal futuro dell’Olimpico alla riqualificazione del campo di Testaccio, passando per il Flaminio», rilancia il deputato di FdI Fabio Rampelli.