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Allegri contro Garcia, così diversi così uguali

04/10/2014 alle 10:53.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Chissà se avrà sussurrato nell’orecchio di Mapou Yanga-Mbywa ciò che qualche anno fa disse a Aurélien Bayard Chedjou Fongang, camerunense, difensore centrale del suo Lilla che sarebbe poi diventato campione di Francia? «Devi essere Puyol». Questo è , così lo hanno conosciuto anche a Roma. Uno tosto, motivatore, tecnico psicologo. Un bel «paraculo», il marchio stampato su di lui da . E ha detto tutto, il capitano: uno che sa il fatto suo, sa come ottenere quel di più da tutti, sa vendere il prodotto. E il prodotto venduto fin ora funziona.  ha conquistato i suoi giocatori in un niente, forse dal giorno in cui diede dei laziali ai tifosi contestatori. , spaventato dalle prime immagini del suonatore di chitarra che girava su Youtube, ha virato immediatamente, scegliendo di non scappare da Roma per aggrapparsi a Rudi. Questo è . Uno che in nemmeno tre mesi ha ridato dignità a un pezzo di à affranta.Le sue iperboli, le sue metafore, i suoi aforismi stanno lì, stampati negli archivi dei giornali. La chiesa al centro del villaggio è diventata una cattedrale.

 

IL COLLEGA –  Allegri ha dovuto faticare di meno, la non era affranta quando è arrivato il Max, che ha sostituito il più vincente d’Italia: tre scudetti consecutivi sono un bagaglio inestimabile e un macigno pericoloso da stoppare. Max viene da Livorno, è un ragazzo sveglio, che sorride, ha i modi gentili, ma anche lui – racconta chi lo conosce bene – è un bel paraculo, senza offese. A Roma quel termine è un complimento. Non è mica semplice dire a Pirlo, tu non mi servi, arrivederci e grazie. Sbagliando, magari, ma comunque non è semplice. Max è tosto, come il suo collega avversario di domani, ha personalità, carattere, senza mai alzare i toni, senza per forza dover trovare nemici per credere di esistere di più o meglio di altri. Basta far valere i propri pensieri e quando un santone come Sacchi ti dice che la ha pensato solo a difendersi e il calcio proposto è volgare, Max reagisce col piglio tutto livornese. «Oh Arrigo, io e te nu si riesce ad andare d’accordo, o tu vedi un’altra partita, o sono io che ne vedo un’altra». Sciabolata morbida, direbbe Sandro Piccinini. Chissà come reagirebbe Max se Boban gli ripetesse quello che ha detto a un paio di anni fa: «Antonio sei scorretto». Solo perché l’allora tecnico bianconero sosteneva che il tiro di Muntari aveva sorpassato la linea di porta e quindi era gol. Muntari giocava nel Milan e quel Milan era allenato da Allegri, che si è visto sorvolare sulla testa il secondo scudetto consecutivo. Max è tornato a lottare per quel traguardo, davanti non ha più ma , con il quel si è confrontato via tv dopo le partite dell’ultimo turno infrasettimanale e un anno e mezzo fa proprio lui poteva stare al posto di Rudi sulla panchina giallorossa. Non baci e abbracci, ma nemmeno punzecchiate. Si rispettano e si guardano a distanza, non litigano. Per ora. Per ora tutto tace, vedremo oggi cosa succederà, ma non ci sono micce all’orizzonte. Solo nuovi aforismi franco spagnoli o battutacce in vernacolo. Il vetriolo gettato lo scorso anno tra e è lontanissimo.     

IL PRECEDENTE - Solo una volta Max e Rudi si sono trovati avversari, lo scorso anno, nella sfida di andata. Era un Milan decadente, un Allegri quasi decaduto; quella sera a San Siro ha lasciato due punti ai rossoneri, dominando e ritrovandosi per due volte in vantaggio, ma senza vincere: 2-2, con rimpianti enormi riportati a Roma. Si va per il secondo round, ma stavolta è tutto molto più grande. C’è uno pezzettino di scudetto da giocarsi. Max si è juventinizzato, Rudi è sempre più romano de Roma. «Spero di poter essere il primo allenatore giallorosso a poter entrare nel nuovo stadio. È una specie di Colosseo moderno e che dovrà permettere ai gladiatori che sono i nostri giocatori di avere un terreno di espressione fantastico. Ho l’impressione di essere stato adottato come un bambino dalla à. So che i risultati sono importanti e hanno permesso questo avvicinamento con i tifosi. Oggi mi sento integrato», parole di Rudi. Allegri spera di poter dire la stessa cosa al più presto. Il suo compito è far dimenticare , ed è dura; dovrà far dimenticare i precedenti tra anni di nulla, sicuramente più facile. Domani si comincia.

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