Quando la Champions non è uguale per tutti

15/09/2014 alle 09:42.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Per alcuni sarà il battesimo del fuoco, per altri come bere un bicchierino d’acqua. Poi, quando parte quella musichetta, così la chiamano tutti senza sapere che quelle note trascinanti hanno un nome e cognome, “” (geniale, no?), tutto si azzera. La ricetta per vincere la ? L’abitudine a giocarla, forse; oppure il tipo di calcio-gioco (offensivo, si sostiene); la fortuna, che va bene sempre per tutto. Non si sa, è buono tutto e, ovviamente, nulla. Ciò che sicuramente non guasta è averla già giocata. Conoscere ogni angolo di emozione che ti lascia addosso quelle serate, aiuta. 

IL PRIMATO INGLESE - , forse, ne terrà conto. Ma anche no. I dati sono questi. Il più presente (come da grafico qui a fianco) è il giocatore probabilmente più in difficoltà in questo momento, cioè Ashley Cole. L’inglese arriva a Roma a trentaquattro anni, con sulle spalle più di cento presenze (105) nella massima competizione europea, distribuite tra e Chelsea, le due formazioni che la giocano praticamente sempre. Non solo, Cole, la conosce, sa anche come si vince: un titolo con i blues, tutto da raccontare. Se Ashley può dire di averne vinta una, è addirittura a quota due, con la metà delle presenze sfruttate in carriera. Il maliano - che mercoledì per la prima volta vestirà la maglia da titolare della Roma - si è trovato nel posto giusto al momento giusto, , e si è divertito. Le stesse presenze di (54) le può contare , che addirittura ha avuto la fortuna di vincere la con una squadra italiana, l’Inter. Una è l’attivo pure per Borriello (Milan, stagione 2006/2007). Marco è il terzo italiano più presente in , dopo (che è anche il capocannoniere della Roma) e , il quarto è , che si tiene stretto le sue 15 apparizioni europee. Non sono proprio dei novizi nemmeno , Holebas e , che arrivano dalla greca, l’Olympiacos. Con loro , che si appresta a vivere la sua prima con la Roma ma viene da una bella esperienza datata Lione. Come lui Gervinho, avventura targata

LA PRIMA PER TANTI - Come dice , alla fine, la si vive come ogni altra partita. è esordiente, non l’unico. C’è ad esempio, strano ma vero, ma non ha mai giocato questa competizione, a lui toccherà più avanti il brivido dell’esordio. è un altro: ha vinto la Libertadores ma non sa cosa sia la . Imparerà, forse non da mercoledì, ma imparerà. Poi, Astori, comprensibilmente a digiuno visto il passato in provincia; infine, , e , il tridente che ha giocato contro l’Empoli due giorni fa. A loro vanno aggiunti Skorupski, e . Loro, novizi a prescindere. Il tutto sotto la guida di , che non sarà Mourinho, ma sa di cosa si tratta.