Roma, resa anticipata

05/05/2014 alle 09:35.
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IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Il rischio c’era. E forse con le dichiarazioni della vigilia ha commesso il primo errore di una stagione comunque pazzesca, culminata con il secondo posto matematico con quattro partite di anticipo. Perché probabilmente sentire proprio dal condottiero giallorosso, colui che a un certo punto sembrava addirittura negare l’evidenza, che «il campionato è finito» ha significato un segnale di resa e innescato una sorta di «rompete le righe» nella testa dei giocatori giallorossi arrivati a Catania chiaramente con le pile scariche. Per certi versi li ha legittimati a mollare la presa ed incassare a Catania, per altro in malo modo, la terza sconfitta stagionale e «sporcare» quel primato di difesa meno battuta del campionato ora in condominio proprio con i rivali bianconeri. Comunque il tecnico, dopo un mea culpa pubblico, ha tolto ai suoi il giorno di riposo in programma per oggi: un bel segnale.

Perché in quel 4-1 non ci sono i sessantadue punti (ora cinquantanove) di distacco tra la seconda in classifica e il fanalino di coda del torneo che grazie ai tre punti di ieri torna a sperare in una permanenza in serie A. Ecco, la differenza, come spesso accade nello sport, la fa proprio la testa: la voglia di lottare per qualcosa e la disponibilità al sacrificio dei protagonisti.

La Roma non aveva più nulla da chiedere alla stagione, con un unico obiettivo arrivati a questo punto: vincere lo scontro diretto con la in programma domenica prossima all’Olimpico. Ammesso che consenta ai giallorossi di poterlo giocare e non si presenti, dopo la festa-scudetto di oggi, a Roma con riserve e ragazzini. La domanda è: perché il tecnico bianconero dovrebbe venire nella Capitale a giocarsela a viso aperto contro i giallorossi con il rischio di rimediare un sonoro schiaffone e di rimettere in discussione il predominio nazionale? Difficile accada, nonostante le dichiarazioni di facciata, il buonismo di ieri e le teorie sulla morale del calcio. Ai giallorossi, nonostante i quattro gol rimediati ieri (con i quali hanno comunque evitato che la potesse festeggiare il titolo proprio all’Olimpico), resta una stagione da incorniciare piena zeppa di record e soddisfazioni che non hanno portato alcun trofeo in bacheca ma gettato basi solidissime in vista del futuro.

Il primo obiettivo di & Co. è infatti quello di mantenere intatta questa rosa e resistere agli attacchi che arriveranno dalle corazzate europee foraggiate da arabi e oligarchi russi alla faccia del fair play finanziario. Il clima instaurato dal tecnico francese sembra aver cimentato un gruppo che ora più che mai appare pronto a fare il salto di qualità e andare il prossimo anno all’attacco della vetta de campionato e in giro per l’Europa che conta per dire la sua.

«Non per fare una comparsata» aveva sottolineato qualche settimana addietro lo stesso che adesso vuole vincere contro la e iniziare a lavorare per la prossima stagione: potrebbe essere quella della svolta... e non solo per lui.