CORSPORT (A. BARILLA') - La striscia più bella della storia della A si spezza nellaltro stadio Olimpico: è il Toro, sfacciato e coraggioso, a strappare il primo punto alla Roma dei giganti, sempre imbattuta e in cima alla classifica, solo a +3 su Juve e Napoli che domenica combatteranno tra loro. Resta la consapevolezza di un
MARCHIO - Ventura, in piena emergenza, rispolvera il 4-2-4 chera un marchio: è la prima volta, in questo campionato, a parte laggiustamento in corsa di Livorno. Lo ritiene, non a torto, ideale per contrastare Garcia, fedele solo in parte al 4-3-3 che gli ha permesso di dominare il campionato: Pjanic diventa infatti la sorpresa nel tridente privo di Totti e Gervinho, però non saffianca a Florenzi e Borriello, li spalleggia attraversando le linee. Per avanzare il bosniaco, lallenatore innesta Bradley e dirotta Ljaijc in panchina. Altra novità, scontata, in difesa: la squalifica di Castan strappa Burdisso alloblìo.
SEMPLICITA - Benché le due squadre si guardino di sottecchi per un buon tratto, sintuisce presto lo sviluppo della gara: Roma padrona nel possesso e Toro avvinghiato alle ripartenze. Cerci e El Kaddouri, in realtà, finiscono spesso risucchiati in mediana, quasi a disegnare il 4-4-2, così non impensieriscono De Sanctis con le sgommate, ma sovrapponendosi, a un certo punto, in percussione: lex giallorosso viene murato ai bordi dellarea, il belga alza il destro dun soffio. E una fiammata, nessun altro pallone sibila da quelle parti, mentre la Roma, pur senza brillare, tesse gioco con semplicità, aumenta lievemente la spinta con Maicon, si fa minacciosa - saetta di Florenzi alta, inzuccata di Borriello deviata in corner - e colpisce, cinica, attorno alla mezzora: Balzaretti, ex fischiatissimo, avvia, Pjanic rifinisce e Strootman sblocca di sinistro.
AFFANNI - Il Toro accusa il colpo, è inevitabile, ma ha il merito di non disunirsi: la reazione che abbozza trova il miglior interprete in Cerci, velocissimo sulla fascia e martellante nonostante i raddoppi, insidioso nei cross e chirurgico nei tagli in area. De Sanctis ne cattura il sinistro roteante e saccartoccia pronto quando innesca El Kaddouri. Il coraggio dellazzurro contagia la squadra e il cuore compensa i limiti di personalità che affiorano, così lincipit della ripresa svela imprevisti affanni giallorossi: il Toro chiede il rigore (non cè) per mani di Balzaretti, El Kaddouri costringe al fallo Bradley, infine Meggiorini indovina al volo un tiro splendido ma De Sanctis soppone da campione. Ci credono i ragazzi di Ventura, sorretto adesso anche dalla freschezza di Immobile, e arpionano in fretta il pari con il simbolo Cerci, prima volta a segno contro la Roma che è stata la sua culla: lassist è di Meggiorini, a monte cè unimperfezione di Benatia.
EMOZIONE - Galvanizzato, il Toro vorrebbe spaccare il mondo sullo slancio, organizzazione e voglia colmano il gap tecnico, ma la Roma, benché imperfetta, riguadagna metri in qualche modo, chiede estro a Ljajic e profondità a Marquinho, saccende solo a sprazzi ma quando lo fa semina panico. Rischia anche scoprendosi, più per stanchezza che per generosità, ma cerca fino allultimo di strappare il vantaggio e allungare la striscia. Non ci riesce perché Padelli è piazzato sulle punizioni di Ljajic e perché Banti ignora un fallo netto di Darmian su Pjanic in area. Anche Maicon reclama un penalty, ma Bellomo lo contrasta fuori area. Generosissimo il finale giallorosso, tutti avanti come se si perdesse: lultima emozione la regala Marquinho con un tiro appena alto. Peccato, ma la vetta è sempre giallorossa: Garcia proverà a ripartire contro il Sassuolo, mentre Juve e Napoli saranno di fronte a Torino.