La Roma chiude il centro

29/10/2013 alle 09:21.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - La battuta più ricorrente che gira da questa parti è: «Stanno pensando di fare una statua a Jonathan Biabiany». Perché Biabiany, in effetti, è un eroe contemporaneo. Anche un uomo un po’ solo. Raccontano che il francese vada in giro per Parma sfoderando sorrisi grandi così, tronfio per quel

 
I PRECEDENTI DI UDINE
Prendiamo , ad esempio. Ha mai giocato così a Udine? No. Bene, ma non così. Ci sono difensori che hanno vestito la maglia bianconera e che in altre squadre stanno facendo quello che fa Mehdi nella Roma? Due nomi: Zapata e Felipe. Uno galleggia, l’altro è quasi sparito. Ecco perché, quando si parlava di tredici milioni di euro per , qualcuno ha storto il naso: ma come, così tanto? Ci si fidava poco per i precedenti e anche perché il franco marocchino in Friuli aveva quasi sempre giocato in una difesa a tre e a Roma, come effettivamente sta succedendo, sarebbe stato un centrale nei quattro. è per certi versi una sorpresa. Una gran bella sorpresa. Dirompente, potente, il fisico di Zebina e la forza di Samuel, due calciatori determinanti l’anno del terzo scudetto. Quella difesa era forte negli uomini, ma non impenetrabile come questa. Impressionante per senso della posizione, nell'anticipo, nel gioco aereo, il marocchino fin ora ha anche due gol all’attivo. Carattere da vendere. Lo stesso che, nel 2003, gli ha fatto rifiutare il Manchester United per accettare, su consiglia di Drogba, il Marsiglia. Detto questo, se poi ti affacci dalla finestra del calcio internazionale e guardi l’ultima prestazione di Marquinhos a Parigi, pensi addirittura di avere in casa un difensore ancora più forte di quello che hai ceduto e credevi (e forse lo è comunque) fosse un baby prodigio. Casi della vita.
 
IL BRASILIANO IN VENDITA
La difesa della Roma si regge su un musulmano () e su un atleta di Cristo, . Lo guardi e pensi: in campo sta andando il fratello gemello del dello scorso anno e ci ha messo le mani qualcuno da lassù. Il problema lo scorso anno non poteva essere solo Zeman. È vero, la difesa era un colabrodo ma Leandro non ti salvava mai. Faceva solo bella figura Marquinhos, per via di qualche scatto fulminante. con si trova a meraviglia e pensare che per tutta l’estate il progetto era: prendo Chiriches e cedo . Alzi la mano chi non era d’accordo? La componente «caso» ha il suo perché. A Udine salva un gol in rovesciata e lì al suo fianco è pronto a intervenire il compare . E quando non ci sono loro, ecco spuntare () o (Verona) o Borriello (Parma). Una cooperativa, insomma. 
 
LE DIFESE MITOLOGICHE
Così come dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna, alla base di una grande squadra, c’è sempre una grande difesa. Mitologica era l'Inter di Herrera negli anni '60 con i due scudieri Burgnich e Guarneri, più Picchi; la di Trapattoni, con Gentile e Brio in marcatura e il grande Scirea un passo dietro; quindi l’Italia di Bearzot che ha puntato su quei bianconeri con il solo Collovati (e Bergomi) al posto di Brio. Sacchi poi, ha lanciato il Milan sulla luna, puntando sui vari Costacurta, Maldini, Filippo Galli e Baresi. Con Capello, stesso Milan e stessa sostanza, stile Nereo Rocco, il maestro del difensivismo. oggi punta su (che la prossima settimana pagherà la cena ai compagni per la vittoria di Udine) e , la Roma prende un gol soltanto in nove partite e vola. Vuoi vedere che ha capito tutto anche il tecnico francese?