IL ROMANISTA (V. META) - Il bello viene adesso e il difficile pure. Perché dopo la sesta vittoria in sei partite, arrivata con imbarazzante facilità contro un Bologna annichilito, nascondersi diventa complicato. Ammesso che qualcuno abbia mai potuto pensare a un caso, questa Roma ne è lopposto
La partita si chiude virtualmente al 26, quando su un calcio dangolo battuto da Totti, Benatia si libera con imbarazzante facilità della marcatura di Antonsson e con il sinistro firma il secondo centro consecutivo dopo il capolavoro di Genova. Pioli si mette le mani nei capelli, ma dove non riesce a mettere mano è nelle gambe e nella testa dei suoi, semplicemente annichiliti, al punto che quando la Roma decide di prendersi qualche istante di pausa e lasciar calciare Diamanti, lui spara un sinistro esangue che pure non esce di molto sul palo lontano. Pioli allarga le braccia: contro una Roma così cè poco da fare e quel poco di certo non può farlo il suo Bologna. Si ricomincia sotto unacquazzone come non se ne vedevano da prima dellestate, ma che non ferma i giallorossi, anzi. Al 2 De Rossi parte palla al piede dal cerchio di centrocampo, si libera di un paio di avversari e continua la sua corsa fino alla lunetta, dove lascia partire un destro centrale che Curci riesce perfino a trattenere. SullOlimpico continuano minacciosi i lampi, ma è dentro che va in scena la tempesta perfetta di Garcia. Il Bologna continua a non dare segni di vita, ma la Roma non è in vena di pietà e al 17 colpisce ancora con Gervinho, imbeccato da una splendida apertura di Pjanic, che livoriano controlla allaltezza del vertice sinistro dellarea prima di scaricare allincrocio un destro che fulmina ancora Curci. Talmente bello da sembrare facile e infatti poco dopo Garcia gli concede la standing ovation mandando in campo Ljajic e dirottando Florenzi dalla parte opposta. Pioli prova a giocarsi la carta Krhin e poi Rolando Bianchi, ma i due non la prendono mai. La prende invece benissimo Adem Ljajic, che conferma le sue statistiche perfette allOlimpico (tre partite e tre gol con quello di ieri), mettendo sotto la traversa un pallone che Pjanic gli serve praticamente sulla linea di fondo. Difficilissimo, eppure bello. Troppo per non sembrare anche facile.