Derby degli sprechi, il pari serve a poco

09/04/2013 alle 09:31.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il pari poco vibrante dell’Olimpico, il primo dopo 6 anni e 12 derby almeno emozionanti, non cambia la classifica e conferma che nella capitale le due squadre vivono il loro campionato dentro il grande raccordo anulare e quindi solo per la supremazia cittadina. La Lazio non cala il poker e la Roma fallisce l’aggancio. Con l’1 a 1, Petkovic rimane quinto e Andreazzoli settimo. Il massimo obiettivo è l’Europa League



LE MOSSE - Andreazzoli cambia sistema di gioco, passando o, meglio ancora, tornando alla linea arretrata con quattro uomini. La novità non paga. Terzini sono e Marquinho si riveleranno i punti deboli dell’assetto. In mezzo ai due, Marquinhos e . Nel 4-3-1-2, a centrocampo fa da schermo alla difesa e quando deve comandare il gioco ha davanti Klose a disturbarlo, i mediani sono e Bradley che subiscono la vivacità di Hernanes e Onazi, è il trequartista dietro e Lamela, ma il capitano arretra e l’argentino spesso è prima punta. Troppi, dunque, fuori ruolo. Petkovic, invece, va sul classico e insiste con il 4-1-4-1: Ledesma imposta alle spalle dei quattro centrocampisti che, nel primo tempo, fanno la differenza alle spalle di Klose. Candreva mostra personalità e qualità a destra, Lulic velocità e sostanza a sinistra. In mezzo Hernanes, avendo come spalla il dinamico, si diverte. Non è un caso che sia lui a indirizzare il match con il sinistro, da fuori, al sedicesimo, dopo finta a rientrare su .



COMPATTEZZA BIANCOCELESTE - Proprio la rete del vantaggio è la sintesi dell’atteggiamento della Lazio, con Lulic che conquista palla nell’area di Marchetti, va via sulla sinistra senza trovare l’opposizione di , e aspetta Hernanes per il tocco al centro, dove il brasiliano calcia per l’1 a 0. Petkovic sistema due linee nella metà campo biancoceleste, quattro difensori e cinque centrocampisti, per far finire nella trappola i rivali. Se la Roma sbaglia, anche per il pressing che comincia da Klose, ripartenze improvvise.



STATICITÀ GIALLOROSSA - Come con Luis Enrique, accenno di tiqui taca. È, però, lento e scontato. Facile per la Lazio chiudere ogni spazio e in assoluto riconquistare palla per ribaltare l’azione. Dopo il vantaggio, con la Roma in confusione, altre due chance per i biancocelesti, ancora con Hernanes per la deviazione di in angolo (lì si fa male e uscirà nella ripresa) e su taglio da destra a sinistra di Lulic per la bella risposta di Stekelenburg. Per vedere un tiro giallorosso bisogna aspettare l’ultimo dei tre minuti di recupero: di e respinta di Marchetti.



I DUE RIGORI - Al quarto minuto della ripresa Hernanes calcia fuori un rigore, dopo averne segnati tre alla Roma, concesso da Mazzoleni per il fallo di mano di Marquinhos su cross di Lulic. Il brasiliano, in otto minuti, incide negativamente sulla sfida perché, dopo l’errore davanti a Skekelenburg, sgambetta in area: all’undicesimo trasforma per l’1 a 1, nona rete alla Lazio, dodicesima stagionale e numero 227 in A. Da qualche minuto c’è in campo, all’ottavo fuori , con a centrocampo, Bradley regista e trequartista. Petkovic fa entrare Kozak per Klose e a seguire Ciani per Ledesma visto che al ventiquattresimo Biava lascia i compagni in dieci, fatali due falli in sei minuti su Marquinho. Andreazzoli ci prova con Dodò per che prima di lasciare, dopo punizione di respinta da Marchetti, si fa ribattere il tap in dal . Con un uomo in più, la Roma cala. E la Lazio resiste, senza soffrire.