IL TEMPO (T. CARMELLINI) - E tre! Terzo successo consecutivo per la Roma in una serata difficile, contro un ottimo Genoa, per battere il quale serve un mix di storia e futuro. Apre Totti che scrive unaltra pagina della sua storia giallorossa, mette al sicuro il risultato un diciottenne allesordio da titolare e chiude il discorso
Il resto è la Roma vista a Bergano con il ritorno degli squalificati Totti e De Rossi. Ma si vede subito che sarà una serata complicata per la Roma forse anche un po distratta dalle voci sullo sceicco che vuole entrare in società. E i numeri dellintervallo sono chiari: undici corner a zero per gli ospiti con cinque tiri in porta di Borriello & Co. contro uno solo dei giallorossi. In realtà la Roma spinge bene sulle fasce, soprattutto la destra sulla quale Torosidis cresce col passare delle partite e mette dentro sempre palloni interessanti. Il problema è che lì in mezzo non cè mai nessuno in grado di concretizzare e quando Osvaldo segue il gioco cè lottimo Frey a fare la guardia.
La svolta arriva dopo un quarto dora quando De Rossi fa tutto da solo, prova a sfondare la compatta difesa di Ballardini e sbatte su Bovo: secondo Gervasoni è irregolare il fallo dellex romanista e indica deciso il dischetto. Dagli undici metri il capitano raggiunge Nordahl a quota 225 gol e viene festeggiato, giustamente, dallOlimpico: il problema è che far festa a partita in corso non sempre porta bene. Così parte la rincorsa genoana che si concretizza, dopo linfortunio di Pjanic (caviglia ko, sostituito da Bradley) e un paio di miracoli veri di Stekelenburg su Bertolacci (giovane talento in comproprietà con la Roma), sempre dal dischetto e ancora ad opera di un romanista: nemmeno a dirlo Borriello. Evidente il fallo di Burdisso in chiusura sullex compagno che poi castiga Stekelenburg e rimette in pari la gara.
Si riparte dopo lintervallo con la Roma in avanti che vuole portar via lintera posta e prova a cambiar marcia. Va meglio soprattutto quando Andreazzoli toglie Balzaretti e mette Marquinho. Così la Roma cresce col passare dei minuti e al 13 arriva il gol della svolta che, per uno scherzo del destino, porta la firma del più giovane in campo: Romagnoli bagna il suo esordio da titolare con il primo gol in giallorosso. A diciotto anni, esattamente la metà del Capitano.
Sul 2-1 la partita è tuttaltro che finita, il Genoa ci crede fino in fondo e tiene sulla corda i giallorossi non risparmiando qualche legnata di troppo. La gara si incattivisce (giallo per Totti e Kucka con il secondo che lascia il campo per somma di ammonizioni), Stek si guadagna la palma del migliore (in tandem con Totti ovviamente), Gervasoni caccia Ballardini (inviperito con i suoi perché non fermano il gioco con Osvaldo a terra) e Andreazzoli copre la Roma: difesa a quattro con Torosidis che scorre indietro. Qualche minuto dopo arriva anche il cambio conservativo: dentro Perrotta per un Osvaldo fischiato dallOlimpico. Loriundo non prende
bene nessuno dei due.
Finita? Macché. Cè ancora il tempo per il gran gol di Perrotta del 3-1 finale che premia la scelta del tecnico e la costanza di un professionista che si fa sempre trovare pronto. Ultimo abbraccio, sempre per Totti: stavolta è speciale, perché dopo il triplo fischio di Gervasoni piombano in campo Cristian e Chanel con tanto di maglia «sei forte papà». È festa, di tutti, con la Roma che va sotto la Sud a raccogliere il meritato plauso per questo terzo successo consecutivo che la rimette al mondo: in tutti i sensi.