IL ROMANISTA (M. IZZI) - Statistici di tutto il mondo unitevi, le cifre agonistiche giallorosse di Zdenek Zeman si aggiornano con una nuova prestazione con i fiocchi fatta registrare contro il Milan. E iniziamo allinsegna di un paradosso zemaniano, proprio con quella che Zeman stesso, alla vigilia dellinizio di questo campionato, definiva (nellintervista realizzata per il dvd griffato Il Romanista Stile Zeman, realizzato a cura di Tonino Cagnucci e Claudio Di Nicolantonio) l
Ci furono poi azioni incredibili, come il doppio palo colpito al 23 da Delvecchio e Tomic, un rigore fallito dal Capitano in apertura di ripresa, una terrificante traversa colpita da un siluro lanciato, sempre da Totti, dallaltezza della lunetta dellarea di rigore. Oltre a questo rendono la dimensione dellingiustizia del risultato finale un secondo gol di Delvecchio e una rete del Milan palesemente viziata da un fallo di mano di Ziege. Quello stesso anno, nella gara di ritorno, il 27 febbraio 1999, arriva una bella vittoria di Zeman contro il Milan: 1-0 rete di Paulo Sergio.
Non è una partita spettacolo, ma nel computo mettete una traversa colpita da Totti e un gol fantasmagorico, con Francesco che manda in bianco Leonardo, Albertini e Maldini e pennella un traversone che Paulo Sergio trasforma in gol. Poi, certo, se questa bella cavalcata si mette a confronto con quanto avvenuto la stagione precedente, il 3 maggio 1998, il confronto diventa improbo. La Lupa si trova contro il Milan di Fabio Capello... insomma, un grande classico, come giocare contro I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (beh no quella è la Roma di Liedholm), diciamo allora come giocare contro La Coscienza di Zeno di Italo Svevo. Ma lunica coscienza in campo è quella di Zeman che seppellisce il Milan con 5 reti. 5-0. Si comincia con un gol siglato dal raccordo anulare da Candela (maglia numero 5 sulle spalle che fa sempre bene), un destro terrificante che Seba Rossi, impegnato a mandare al diavolo il mondo, neanche vede.
Dopo il rigore diligentemente trasformato da Di Biagio, sempre il calciatore romano sferra il nuovo missile terra aria che porta sul 3-0 il match. Andiamo poi a danzare con Paulo Sergio che scherza con la povera difesa milanista con uno scatto degno del Mennea dei tempi belli e brucia quellanima in pena del portiere milanista. Infine il gol di testa di Delvecchio con Supermarco che festeggia sdraiandosi sul prato dellOlimpico. Il buon Fabio Capello la prende con filosofia e dichiara: «Chiedo scusa ai nostri tifosi e al nostro presidente Berlusconi. Mi vergogno di quello che ho visto qui a Roma, non ho niente altro da dire». Berlusconi da parte sua, alla fine del primo tempo, confidò a Galliani di essere annichilito. Insomma, la Roma di Zeman spazza via il mito del Milan degli invincibili e non è vanto da poco nei confronti di una squadra che per anni aveva dato lezioni di calcio in Italia e in Europa.
Il terzo RomaMilan allOlimpico lo abbiamo ancora davanti agli occhi, non sarà il 5-0 del 1998 ma i suggerimenti di Totti ad Osvaldo e di De Rossi a Lamela, con i devastanti effetti in zona gol, ci vanno molto ma molto vicino. Archiviato così il dossier RomaMilan diamo una sbirciata alle altre gemme della storia zemaniana a partire dai quattro minuti finali del RomaFiorentina del 17 ottobre 1998 (la settimana prima di quel Milan-Roma 3-2). La Roma ribalta il risultato con Alenitchev e Totti, ma a dare spettacolo, con giocate degne delle pennellate di Picasso, è Gustavo Bartelt Nei flash della prima stagione, non si può dimenticare il 6-2 inflitto al Napoli (5 ottobre 1997), la vittoria a Parma per 2-0 (30 novembre 1997), il 4-1 rifilato alla Fiorentina di Batistuta (1 marzo 1998), il 5-0 al Brescia di Pirlo (19 aprile 1998). Nella seconda stagione, oltre ai match ricordati, una menzione è necessaria per RomaUdinese 4-0 (31 ottobre 1998), per il 2-0 alla Juventus (15 novembre 1998, la Madre di tutte le sfide), per il 3-1 alla Lazio (11 aprile 1999) e naturalmente, parlando di questa stagione, il meraviglioso 4-2 con la Fiorentina (8 dicembre 2012). Quale sarà la prossima tappa? Difficile a dirlo, a sentire Zeman, altro paradosso, il vertice del suo gioco, lapprossimazione migliore del suo ideale, del calcio che si gioca in paradiso, è stato sfiorato solo ai tempi in cui guidava il Licata in una mitica trasferta a Frattamaggiore. Un vezzo che ricorda molto quello che Arrigo Sacchi andava dicendo agli uomini del suo Milan nella loro prima stagione. I rossoneri schiantavano ogni avversario e Sacchi ripeteva loro: «Bene, bene ma non avete lumilté del Bologna di Maifredi... Bravi, bravi, ma vi manca la concentrazione del Bologna di Maifredi». Il 21 dicembre 1987 ci fu unamichevole tra Milan e Bologna: finì 5-0 per i rossoneri che sembravano indemoniati e a dirla tutta vedere unamichevole tra Roma e Licata mi piacerebbe molto.