Crisi profonda. Perché la Roma si avvia ad un altro fallimento?

13/11/2012 alle 08:16.

GASPORT (A. CATAPANO) - Due battute ascoltate ieri, affilate come lame, fotografano il momento romanista, straordinario concentrato di istinti suicidi e manie incendiarie. La prima: «Con questi dirigenti non vinceremo mai», che ricalca l'accusa che Nanni Moretti rivolse al centrosinistra italiano nel 2002. La seconda: «Zeman ha ragione: il derby è una partita come le altre, con la stessa gestione e, soprattutto, lo stesso triste epilogo».

1 A Roma c'è un detto: «Il pesce puzza dalla testa».

Già, e infatti ieri i tifosi hanno messo nel mirino soprattutto dirigenti e proprietà, chiedendo le dimissioni di Baldini, l'allontanamento di Pannes (serve un manager più presente), un gesto forte di Pallotta e un segno da UniCredit. I manager, ora, sono tutti a rischio. La Roma intellettuale non piace più, le citazioni dotte non fanno più presa, travolte dalla mancanza dei risultati. Nè i tifosi gradiscono quella tendenza a stupire che li ha fin qui caratterizzati. «Basta con i fenomeni, serve concretezza», dicono da ieri. E, aggiungerebbe Spalletti, «normalità». L'origine di tutti i mali è proprio qui, nella pretesa di alcuni personaggi di passare alla storia. A questo punto, per dire, c'è il sospetto che Baldini sia tornato a Roma per trasformarla e lasciare un segno indelebile nel calcio italiano. Altrimenti, perché scegliere l'hombre vertical Luis Enrique e il talebano Zeman? Li conosceva bene, sapeva a cosa andava incontro, al rischio di fallire.

2 Che nella scelta di Zeman abbia influito la piazza?

È stato un matrimonio di interessi, è evidente: Baldini ha scelto Zeman (pur non stimandolo tatticamente) per riaccendere gli entusiasmi dei tifosi e perché, rispetto agli altri candidati, il boemo ha avanzato meno richieste di mercato. Probabilmente Baldini e dicono il vero quando giurano che la squadra è stata costruita di concerto con il tecnico.

3 Se è così, allora anche Zeman ha le sue responsabilità...

Enormi. Se ha imposto i suoi nomi (Tachtsidis, Goicoechea, Bradley, Balzaretti), avallato quelli di (Piris, ) e confermato il blocco preesistente ( e su tutti) con la stessa convinzione, è indifendibile. Più probabile che certe scelte gli siano state imposte, ma comunque lui le ha firmate.

4 E così si è ritrovato alcuni giocatori che non sente suoi...

Peccato che si tratti di un gruppetto di grandi nomi e/o prime donne: , , , prima Burdisso e ora , Stekelenburg. Un patrimonio tecnico ed economico enorme finito ai margini della Roma. Che ora rischia anche di travolgere il resto della squadra ( a parte). La gestione di De Rossi, in particolare, è stata suicida: perché accusare pubblicamente di scarsa professionalità un giocatore di quello spessore? C'è una strategia con la società per isolarlo e cederlo? Oppure, se voleva scuoterlo, ha ottenuto solo di tirargli fuori rabbia e frustrazione (e questo non diminuisce le responsabilità di , sia chiaro).

5 A proposito, possibile che anche stavolta i giocatori se la cavino?

No, pure loro sono nel mirino. Da ieri nelle radio circolano nuove inquietanti ricostruzioni di notti brave e ritardi agli allenamenti. Di certo, i tifosi si aspettavano un gesto di buona volontà da parte dei calciatori, come hanno fatto i colleghi laziali togliendosi un giorno di lavoro. Eppurre loro il derby lo hanno vinto.