CORSERA (G. PIACENTINI) - «Con Capello si vinceva, ma cerano anche altri giocatori...». Se da una parte quella di Francesco Totti al termine della gara di Parma di mercoledì sera voleva essere una difesa di Zeman, dallaltra si è rivelato un affondo nei confronti dei dirigenti che hanno costruito la Roma. Sul banco degli imputati, oltre al tecnico boemo, è finita infatti la dirigenza in blocco.
La mente corre inevitabilmente a Vincenzo Montella, che sta facendo a Firenze (con un gruppo qualitativamente non superiore a quello romanista) ciò che i tifosi giallorossi avrebbero voluto facesse a Roma, e cioè ricostruire una squadra dalle macerie. Invece la voglia di stupire a ogni costo - i (tanti) detrattori di Franco Baldini eWalter Sabatini la chiamano «fenomenite» - ha (ri)portato a Trigoria il tecnico boemo. La contraddizione più grande, però, è che si è scelto Zeman senza costruire una squadra che fosse adatta al suo credo tattico. Serviva un regista, ma i soldi che potevano essere utilizzati per arrivare a Verratti (prima dellinserimento del Paris Saint Germain) sono stati spesi per prendere un centravanti, Destro, quando in rosa se ne aveva già un altro (Osvaldo). È stato venduto Borini, lunico esterno (Totti e Lamela sono adattati) che cera in organico. Serviva un terzino destro affidabile, è arrivato Piris, unaltra scommessa. La gestione di Pjanic poi è paradossale: se è vero, come hanno confermato sia la.d. Claudio Fenucci sia il calciatore, che è arrivata unofferta importante per lui, perché si è deciso di trattenerlo visto che è diventato lultima alternativa a centrocampo, addirittura dopo Perrotta al quale in estate è stata offerta una buonuscita per andarsene?
Stesso discorso per De Rossi. Di queste scelte i dirigenti dovranno rispondere alla proprietà, che segue dagli Stati Uniti ma che il suo dovere lha fatto in pieno sistemando i conti e mettendo a disposizione un budget importante per il mercato (e per il monte stipendi). Un secondo fallimento difficilmente sarebbe tollerato da James Pallotta e soci. La squadra, intanto, ieri è tornata in campo in vista del match di domenica sera col Palermo. Baldini e Sabatini hanno parlato a lungo con Zeman ma non con la squadra. Al tecnico avrebbero consigliato una maggiore cura nella fase difensiva e di recuperare il più possibile il rapporto con i big con cui ci sono stati finora screzi. Recuperati Balzaretti e Taddei, preoccupa Stekelenburg. Se non ce la fa tocca di nuovo a Goicoechea.