IL ROMANISTA (A. F. FERRARI) - «Danno allimmagine». Per questo motivo ieri la sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei Conti ha condannato gli arbitri coinvolti nello scandalo di Calciopoli del 2006 a risarcire la Federcalcio. Le giacchette nere dovran
Mezzo milione per Tullio Lanese e Massimo De Sanctis, 100.000 euro per Salvatore Racalbuto, per citarne alcuni. Si tratta, ovviamente, di una prima condanna alla quale gli interessati potranno ora presentare ricorso. Una condanna, comunque, significativa che riporta sotto i riflettori una delle pagine più buie del nostro calcio. La condanna della Corte dei Conti non ha sorpreso lex designatore, Paolo Bergamo: «Nessuna sorpresa. Ma io sono innocente, non ho certo danneggiato io limmagine della Federcalcio e dello Stato ha detto a Radio 24 -. E al processo penale di Napoli, rinuncio alleventuale prescrizione per continuare la mia battaglia legale». Bergamo è coinvolto, ovviamente, anche nel procedimento penale di Napoli dove è in attesa della sentenza di secondo grado: «Sono percorsi e tempi diversi ha sottolineato - e questa tempistica non mi sorprende. Farò chiaramente appello. Anzi: se è vero che il processo penale di Napoli è vicino alla prescrizione, preannuncio che comunque rinuncerò, per continuare la mia battaglia legale fino allultimo grado di giudizio e dimostrare la mia innocenza. E un processo che abbiamo subito, soprattutto un processo mediatico ha proseguito lex designatore degli arbitri - ma quanto emerso dal dibattimento a Napoli mi fa essere tranquillo e fiducioso. A Napoli peserà anche quanto emerso nel dibattimento, e credo che i giudici lì hanno ora in mano elementi molto più significativi di quelli a disposizione della Corte dei Conti. Sono fiducioso, perché illeciti non ne ho commessi, e battagliero perché voglio dimostrare la mia innocenza. Ho seguito e messo in atto e indicazioni che la stessa Federazione ci dava per mantenere buoni rapporti con i presidenti dei club. Non ho certo danneggiato io limmagine della Federcalcio e dello Stato».