"Francesco benvenuto tra i grandi". Altafini: "Meglio lui che altri"

29/09/2012 alle 10:30.

IL MESSAGGERO (L. PASQUARETTA) - In Brasile lo chiamano Mazzola. Perché il suo modo di giocare somigliava tanto a quello di Valentino, il grande campione del Torino scomparso a Superga. Josè Altafini è un monumento del calcio mondiale. Ha vinto la Coppa del Mondo con la Selecao nel 1958, poi dal 1961 ha vestito la maglia azzurra. In Italia ha giocato con Milan, Napoli e Juventus vincendo tutto e segnando 216 gol in serie A, record appena eguagliato da Francesco Totti.

Lei stasera, da vecchio bianconero, come accoglierebbe Zeman allo Stadium? «Bisognerebbe ricordare Gesù, quando disse ai suoi discepoli di porgere l’altra guancia. E sottolineo questo per il bene del calcio italiano. Prima o poi c’è da mettere un punto a questa storia. Non se ne può più. Le polemiche non aiutano, stancano, la gente vuol vedere giocare a calcio, appassiona quello non le chiacchiere. Non dico di applaudirlo, ma almeno di ignorarlo nel senso buono della parola».

Ai tempi dell’avvocato Agnelli e di Boniperti sarebbe successa una cosa del genere? «Per loro c’era la e quelli contro la . Niente vie di mezzo».

Zeman è un grande allenatore? «Uno dei migliori se si considera dal centrocampo in su, se curasse la fase difensiva potrebbe vincere qualcosa d’importante e diventare fra i primi 5 tecnici al mondo».

Si è fatto un’idea del perché si è arrivati a questo punto? «Servirebbe uno psicologo e anche bravo. Non lo so. Forse perché da giovane Zeman era un simpatizzante della e magari sognava di allenarla».

Lei conosceva bene lo zio, Cestmír Vycpálek, suo allenatore proprio in bianconero. «Era una persona meravigliosa e un tecnico preparatissimo. Non si arrabbiava mai. Di lui conservo un ricordo indelebile, è sempre nella mia memoria».

l’ha appena raggiunta a quota 216 gol in serie A. «Peccato non possa rispondere a questa domanda anche il grande Meazza. Io dico: se doveva raggiungerci qualcuno, meglio lui. E’ un grande campione. Un talento assoluto come Baggio e Rivera. Ha fatto la storia della Roma e del calcio italiano, merita questo traguardo. Benvenuto fra i grandi, Francesco».

Che partita si aspetta stasera? «Bella, affasciante. Ma come ho detto prima dipenderà molto dall’interpretazione della fase difensiva da parte della Roma. Se Zeman non la cura particolarmente, la squadra di rischia di dilagare».

Chi è l’anti-? «La stessa. Perché è la squadra più forte. Lo scudetto possono perderlo solo loro. La concorrenza non è all’altezza della situazione. Milan e Inter hanno sbaraccato. Al momento vedo bene il , ma non penso sia strutturato per tenere testa ai campioni d’Italia per tutta la stagione. Nel calcio però non si sa mai. Non sempre vince il più forte».