
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Ora che è tornato ad allenare la Roma, le sue parole fanno ancora più rumore. E unopinione si trasforma in polemica. Lultima freccia contro la Juve lha scoccata domenica, stavolta da Irdning, in Austria. Zeman parla di Conte
«Ritengo inopportuna l'uscita di Zeman, visto che era chiaro il riferimento a Conte. O è una boutade e lascia il tempo che trova, o era mirata: dice di non aver letto le carte, quindi non riesce a dare un significato ad una condanna di primo grado di un suo collega per omessa denuncia e non per illecito. L'omessa denuncia può nascere anche dalle parole di un singolo calciatore che non trova riscontro in altre decine di colleghi che affermano il contrario. Il codice di giustizia è obsoleto. Squalificare un allenatore è un grave danno per una società: non ci sono prove concrete, questo codice va riformato, e il regolamento dice che l'allenatore può svolgere la sua attività nellarco della settimana. Ho tanti ricordi del boemo, ma anche unimmagine chiara: quando allenava il Lecce, in un Lecce-Parma 3-3, abbandonò la panchina a dieci minuti dalla fine fumando la sua sigaretta e dando le spalle al campo. Dovrebbe darci una risposta su questo piuttosto che interessarsi a vicende che non gli appartengono. Mi auguro che il presidente dellAssoallenatori prenda una posizione sulle parole di Zeman».
Eccola, immediata. «Ci sono delle regole. Solo a queste bisogna attenersi», prova a chiudere il discorso Renzo Ulivieri, appunto, numero uno dellAssoallenatori. «Non cè unaltra posizione possibile, le norme esistono e tutti devono starci e il momento che sta attraversando la nazione imporrebbe di evitare le polemiche». Inevitabile, il parere di Cesare Prandelli, tecnico della Nazionale, radunatasi ieri a Coverciano per lamichevole con lInghilterra. Il ct si schiera con Conte. «Per me una squalifica di dieci mesi è già abbastanza pesante, non vedo perché uno non possa allenare».