IL ROMANISTA (G. DELL'ARTRI) - Tredici anni, tre mesi e tre giorni dopo Zdenek Zeman torna a sedersi sulla panchina dellOlimpico da allenatore della Roma per una partita vera. Amichevole sì, ma comunque vera. Stasera contro lAris Salonicco sarà emozionante anche per lui che di solito le emozioni le riesce a nascondere bene
Zeman è tornato a casa e stasera riceverà labbraccio della grande famiglia romanista. Sì, è vero, anche nel primo giorno a Trigoria e poi allOpen Day del 19 luglio laffetto del popolo giallorosso non era certo mancato. Ma stavolta sarà diverso, stavolta Zeman potrà cominciare a ripagare tanto amore proprio con ciò che ha fatto nascere questo grande amore. Con il gioco che dà alle sue squadre, con lo spettacolo, i gol, le sovrapposizioni i tagli e il 4-3-3. Una squadra da tifare, certo, ma anche unideale da seguire. Unidea di calcio bella e pulita dentro e fuori dal campo. Con la quale vincere sarebbe più bello che mai, forse più bello di sempre. E Zeman ha cominciato vincendo: sempre. Come lui nessuno mai, sicuramente dallinizio del terzo millennio. Solo vittorie: otto su otto partite giocate.
E poi 40 gol fatti e solo 3 subiti. Numeri vertiginosi come il suo gioco. E vero, alcune delle avversarie nel precampionato erano ben poca cosa, ma altre no. Ci sono state anche il Rapid Vienna (affrontato quando le gambe erano di piombo), il Liverpool e El Salvador. Battute, tutte. E stasera cè la prova del nove. La nona partita per fare filotto, per presentarsi al campionato immacolati (anche se qualche tifoso per scaramanzia vorrebbe perderla per "azzerare" la serie). Difficile che Zeman possa vederla