
IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Zeman non è né una seconda né una terza scelta. È una scelta». È la scelta. È il tecnico della Roma, perché la Roma ha ritenuto che fosse la soluzione migliore. La migliore in una rosa che comprendeva altri nomi. Tutti alla pari. In conferenza, Franco Baldini lo dice. Lo ridice. Lo sottolinea. Consapevole che cè chi penserà sempre che il Boemo veniva dopo Montella o dopo Villas Boas. Non è così
Baldini spiega poi perché è stato voluto il Boemo e non un altro tecnico. «Si continua sul solco di voler cercare il gioco attrattivo che cercavamo lanno scorso, è un allenatore in grado di valorizzare i giovani, è un allenatore in grado di portare allo stadio la gente. Sono tutti motivi legittimi però troppo spesso si è dimenticato quello fondamentale: molto banalmente perché Zeman se lo merita». E se lo merita, avverte il dg, non per riparare a un torto del passato, «ma perché ha fatto divertire una città e tutto il calcio, ha fatto innamorare tutta Pescara ». Le battaglie di Zeman per un calcio pulito. Baldini riconosce che ha pesato sul piatto della bilancia, specie in un momento storico - un altro, dopo Calciopoli - in cui Scommessopoli ha (ri)gettato la Serie A nel fango. «È una componente molto importante e anche questa ha concorso per far ricadere la scelta su di lui». Gli arbitri. Durante la conferenza viene chiesto a Zeman, lo Jedi del calcio come lo ha definito il Wall Street Journal, se non commenterà le direzioni di gara, adeguandosi così alla linea societaria. «Penso che è sbagliato, però se la società dice che non si deve dire, visto che io sono un dipendente, non ne parlerò», risponde Zeman. Baldini è costretto a fare una precisazione: «Quando si parla di indirizzi e ordini della società, non si parla di diktat. Lindicazione di non parlare degli arbitri, è vero, è una nostra volontà. Ma cè sempre stata libertà di espressione, come avete visto dalla esternazioni dei calciatori in certe partite. La nostra volontà è quella di non parlarne, ma quando Zeman parlerà degli arbitri, non ci sarà niente di male». Comprensibile, il male è altrove. La forza oscura è a Torino, ma pure dintorni. Hanno chiamato Zeman per quello. Anche per quello.