IL ROMANISTA (V. META) - Il primato del più giovane del gruppo glielha soffiato Marco Verratti, ma tanto Fabio Borini non è mai stato tipo da avere laria dellesordiente. Per convincere Cesare Prandelli a inserirlo nellelenco dei convocati per il ritiro di Coverciano, al ventunenne attaccante romanista è bastato il finale di partita nellamichevole contro gli Stati Uniti
Quando glielo ricordano, Fabio sorride un po imbarazzato: «Non so cosa volesse dire esattamente il mister, dovreste chiederlo a lui» si schermiva ieri sera, premiato nel corso della presentazione dellundicesima edizione del Memorial Niccolò Galli, torneo di calcio riservato agli Esordienti e dedicato al giovane giocatore morto in un incidente stradale nel 2001. «Niccolò giocava nel Bologna come me e questo torneo lho giocato anchio. È un onore essere qui per ricordarlo». La sua prima stagione nella Roma è andata oltre le aspettative, anche se qualche rimpianto resta per via degli infortuni che lo hanno fermato per due volte sul più bello. «Questo era il mio primo vero anno in Italia e anche il mio primo campionato in Serie A: nel complesso è andato bene - ha detto -. Non era facile rientrare, io ho provato a dare tutto quello che avevo». Se ne sono accorti i tifosi, ormai affezionati alla sua esultanza del coltello fra i denti, e se nè accorto anche Prandelli, che ha premiato la sua stagione con la convocazione azzurra: «Beh, se non avessi fatto bene durante lanno, oggi non sarei qui». Ha lasciato una Roma in fase di transizione tecnica, Borini, ma in attesa di conoscere chi prenderà il posto di Luis Enrique in panchina, il bilancio dellattaccante non è da buttare: «Io credo che nel complesso la nostra stagione sia stata buona, anche se un po strana. Un voto? No, non posso essere io a darlo. È vero che ci è mancato il raggiungimento degli obiettivi, ma penso che non abbiamo finito male. Ripartiremo da qui. La prossima stagione sarà nuova per molte cose ma non per il progetto, che è importante e deve rimanere lì. Avevo segnato tanti gol, è vero, ma poi mi sono fatto male... però vivere questa stagione a Roma è stato diverso che se lavessi fatto da qualsiasi altra parte». A Roma intanto si parla molto di Montella e Zeman: «Montella lo conosco molto poco, Zeman per niente e non saprei dire come sarebbe per me lavorare con lui. E poi al momento ho altro a cui pensare, cè la Nazionale, voglio convincere Prandelli con limpegno, come sempre ». Borini vuole disperatamente gli Europei: «Ci penso tutte le sere ormai da un po di tempo - confessa -. Un impegno così è una cosa che non si dimentica. Qui cè un bel gruppo, ma non faccio pronostici perché non li azzecco mai». Ma la risposta migliore, lattaccante la dà quando gli chiedono che cosa deve aver visto Prandelli in lui che lha tanto colpito: «Fabio!». Semplice, no?