Aggrappati al «secchione» Borini

09/03/2012 alle 08:46.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - È bravo, si impegna e se ne vanta. L’alunno Fabio Borini è l’orgoglio del professor Luis Enrique. Il classico «secchione» della classe: voti alti, gol a raffica, comportamento ineccepibile negli allenamenti e una vita quasi «monacale». Pazienza se qualche compagno non gradisce. Mercoledì sera diversi giocatori si

Neanche deve averla presa bene quando ha spiegato «che a me una situazione come quella di Bergamo non può capitare: alle riunioni tecniche arrivo sempre venti minuti prima». Un bel tipino, insomma. Quando segna si mette il «coltello» fra i denti e i compagni non fanno la fila per abbracciarlo: solo un caso?

Ironia a parte, ad averne di gente così. In una squadra senza certezze e obiettivi a breve termine bisogna tenerselo stretto. La società lo ha già fatto, anticipando l’acquisto dal Parma di metà cartellino e almeno per l’anno prossimo potrà contare ancora sul «secchione» che, smaltito un fastidioso infortunio muscolare, s’è messo a segnare e non ha smesso più. Un gol alla in Coppa Italia, poi altri sette in campionato. Aggiunti al suo primo in giallorosso in casa del Genova ad ottobre fanno un bottino di nove reti e sorpasso a Osvaldo nella graduatoria stagionale dei marcatori romanisti. Ma il contributo di va ben oltre i gol. Nessuno come lui interpreta lo spirito che Luis Enrique vorrebbe dai giocatori in partita e negli allenamenti: corsa continua, con e senza pallone, movimenti perfetti e copertura totale del campo.

Qualità che nascondono i limiti di un attaccante non esattamente tecnico. Eppure essenziale. Domani a Palermo ancora di più: si è fermato e molto probabilmente non ci sarà, Osvaldo non ha ottenuto lo sconto della e allora in attacco non restano che , Bojan e Lamela, con il Primavera Piscitella (ieri sera in campo a Torino) in panchina. Ottantuno anni in quattro e un peso enorme sulle spalle: spetta a loro risollevare una Roma in emergenza totale.

Luis Enrique è pronto a scommettere su e al tempo stesso pretende qualcosa in più da Bojan e Lamela. Lo spagnolo è nel gruppetto degli alunni che rischiano di essere rimandati a settembre, se non addirittura bocciati. Non gioca una partita dall’inizio da oltre due mesi (Roma-Chievo dell’8 gennaio), anche se gli ultimi segnali sono incoraggianti: nella settimana pre-derby si è allenato a grandi ritmi e nei pochi minuti giocati contro la Lazio ha dimostrato di essere ancora vivo. Lamela, invece, ha la promozione in tasca. Il classico studente talmente bravo che può permettersi di studiare poco. Un vero peccato: con quei piedi può e deve fare molto meglio. Come con il Palermo all’andata: un girone dopo il suo magistrale compito in classe, arriva l’interrogazione. Stavolta avrà studiato?