Il bello del debuttante. Lamela va subito in gol

24/10/2011 alle 09:31.

GASPORT (R. PALOMBO) - Il biglietto da visita di Erik Lamela è un gol da cineteca dopo 8 minuti. Vale tre punti importantissimi e la certezza di aver speso bene i soldi (tanti) che è costato questo talentuoso diciannovenne argentino. Non si improvvisa un sinistro a girare di quel genere, praticamente da fermo: Lamela sfrutta la palla rubata in pressing da De Rossi come se fosse la cosa più semplice e naturale di questo mondo. Anche se il seguito sarà un po' a corrente alternata, il suo è un esordio dirompente, e il gol la cosa più bella d'una partita che, mettiamolo subito in chiaro, il Palermo non avrebbe meritato di perdere

Rivoluzione La fa Luis Enrique e va oltre ogni immaginazione, a riprova che il derby perso deve avere lasciato il segno. Esordio stagionale di Lamela e Juan, e fin qui ci siamo, ma spazio anche a Pizarro e Borriello, con Bojan lasciato in panchina forse col retropensiero d'una condivisibile cautela. Senza e Pjianic, entrambi indisponibili, tenersi stretto un possibile trequartista di scorta nel giorno del debutto di Lamela può avere un senso. Nona formazione diversa in nove partite (Europa League inclusa), 27 giocatori utilizzati (23 in campionato), la Roma di Luis Enrique è ancora un cantiere aperto. Forse anche troppo. Funziona subito Juan, finché lo assiste il fisico, è troppo intermittente Pizarro, fallisce la coppia di centravanti pesanti, Osvaldo e Borriello, già testata senza grandi riscontri con il Siena (1-1). La Roma a trazione anteriore ha bisogno di maggiore agilità, meno chili ma soprattutto di una condizione atletica che consenta a tutti di reggere i 90 minuti. Sul piano del gioco, un passo indietro, anche se i cambi, Heinze, Perrotta e soprattutto Bojan nei minuti finali, alleviano le sofferenze d'un secondo tempo altrimenti imbarazzante. A Marassi col , mercoledì sera, vedrete che arriverà la formazione numero dieci.

Mistero In casa tre partite, 9 punti e 9 gol segnati. In trasferta quattro partite, 1 punto e zero gol segnati. Mistero buffo (ma non ditelo a Zamparini) cui Mangia cerca di ovviare assecondando in parte i desiderata del presidente: per la prima volta ecco un Palermo col rombo a centrocampo, Zahavi dietro le punte (Pinilla e Hernandez) nella veste di guasta- ma anche di attaccante aggiunto. Su di lui Stekelenburg, protagonista al pari di Lamela, compirà la parata più importante. Nella ripresa il tecnico le proverà tutte, con Cetto in difesa per portare più avanti l'uomo-squadra Migliaccio, poi con Ilicic e Miccoli, per un Palermo che chiude con in campo addirittura tre punte e mezza. Miccoli tirerà invano quattro volte negli ultimi cinque minuti. Certo, ci fosse stato lui al posto di Ilicic, un quarto d'ora prima...