IL ROMANISTA - Il gol ritrovato contro lAtalanta, evento accompagnato da unottima prestazione fatta di dinamismo, pressing, dribbling e giocate, ha fatto venire a Bojan Krkic anche la voglia di parlare. Dopo lintervista di lunedì a Sport.es, ieri lattaccante catalano è intervenuto a TV3, televisione iberica,
Chiaro, diretto, secco. Troppo grande e ancora viva la delusione di essere rimasto ai margini della rosa blaugrana durante lultima trionfale stagione, quella della vittoria in Liga e del successo in Champions: «Il giorno della finale di Wembley è stato quello in cui ho deciso che me ne sarei andato spiega ancora Bojan a TV3 - . Sapevo che non avrei giocato, ma al 75 vincevamo 3 1 e non sono entrato. Pensavo ci fosse spazio per me in quel momento. Allora ho capito che Guardiola non credeva nelle mie potenzialità». Una presa di coscienza amara, per il ventunenne talento figlio darte, approdato nella Cantera piccolissimo e diventato subito bimbo prodigio e poi recordman, con oltre 800 gol segnati nelle giovanili e lesordio con Rijkaard a soli 17 anni, subito con gol sia in campionato che in Champions. Quella che per lui doveva essere unavventura infinita, una perenne crescita fatta di successi e riconoscimenti, si stava trasformando in un fallimento. Così la chiamata di Luis Enrique e gli sms di Josè Angel, suo amico in Under 21, lo hanno spinto ad abbracciare il progetto romanista: «A lungo non ho avuto dialogo con Pep conclude Bojan - , ma i miei amici e la mia famiglia mi spingevano a farlo. Ci ho provato più volte, ma quando ne avevo occasione non trovavo le parole. Alla fine credo di non aver ricevuto il trattamento che meritavo». È così che Bojan Krkic si appresta a disputare il suo primo derby della Capitale, con tanta voglia di riscatto, con la rabbia in corpo di chi vuole fortemente dimostrare quanto vale, anche lontano dal ventre caldo del club più forte del mondo e forse di tutti i tempi. Ha ritrovato il gol, il gioco, la fiducia del tecnico che in realtà non aveva mai perso - , laffetto dei tifosi e la voglia di parlare. Adesso, per entrare nella storia e rimanere per sempre impresso nella memoria collettiva giallorossa, ha un altro record da aggiudicarsi: essere il primo calciatore spagnolo della Roma a segnare in una stracittadina. La rete di Joaquin Peirò, all87 di un Lazio Roma di Coppa Italia del 7 settembre 1969, non è mai stata omologata, poiché la gara venne sospesa per un black out e la responsabilità oggettiva dei biancocelesti costò loro lo 0-2 a tavolino.




