
CORSPORT (F.N. MASSUERO) - Pungolato oltremodo da un ambiente nei suoi confronti allora non proprio bendisposto e accomodante, causa prima i successi, recenti quanto certo brucianti, dei cugini, il presidente Sensi si risolveva a svuotare i forzieri capienti della Lupa onde allestire una squadra da autentico primato.
Adorato dal passionale, ma insieme selettivo, esigente pubblico del Giglio, fu da questo omaggiato perfino di una statua, alle sue memorabili imprese di calcio dedicata, campeggiante, imponente e gagliarda, presso la curva più calda, allinterno, già comunque rovente, dello stadio.
Approdato alla corte gestita con pragmatico acume da Capello, il trentunenne eroe di Reconquista riprendeva a spedire palloni nel sacco a profusione, sospingendo i giallorossi colleghi sulla vetta. Segnava tanto e sparava in aria a salve, innescando la miccia del gaudio e del tripudio popolari. Larma virtuale si inceppò in una notte autunnale allOlimpico, contro la Fiorentina: realizzato in extremis, con splendida prodezza, il punto dellincontro decisivo, Batigol, gettato via il fucile, tentava di celare invano al mondo impertinente lo sgorgare di prorompenti, copiosi lucciconi.
Smaltite le umane, nobili scorie del viola sentimento, il prode Gabriel Omar riprese a tempestare, con spunti vittoriosi e devastanti, le barriere opposte, perlopiù vanamente, dai rivali. Conseguì venti centri, tagliando poi raggiante, con indosso la maglia diciotto della Roma, il nastro del successo tricolore.