Goodbye Londra Ancelotti è libero

14/04/2011 alle 10:36.

IL TEMPO (M. DE SANTIS) - In vino veritas. In una bottiglia in più in cantina, gentile e tradizionale omaggio di Sir Alex Ferguson, e in una di Ornellaia - il rosso di Bolgheri che avrebbe dovuto bagnare la qualificazione - rimasta immacolata, c’è tutto il destino di Carlo Ancelotti.

I fatti, in fondo, dicono che il Chelsea ha completamente toppato le campagne d’Inghilterra e l’avventura europea, autentica chimera di Abramovich. Il piatto piange: prime bastonate ricevute ad agosto dal Manchester United in Community Shield, seconde dall’immediato sfratto dalla Carling Cup per mano del Newcastle, terze dalla cacciata dalla Fa Cup ad opera dell'Everton e successive da una classifica di Premier League che recita terzo posto a undici punti dal Manchester United (di nuovo). Ma le bastonate più dolorose, e che costeranno il posto all'imputato , sono arrivate dalla . Non è una novità, vista la sfortunata tradizione dei Blues, ma come sempre sarà l’ago che farà pendere la bilancia dalla parte di una nuova rifondazione in panchina. Un epilogo che sembrava scontato a dicembre, quando Abramovich licenziò l' (e amico di ) Ray Wilkins per far posto al suo uomo di fiducia Michael Emenalo, un po’ meno a gennaio con una chiusura di mercato alla faccia dell’austerity e all’insegna dei botti, da oltre 80 milioni, Fernando Torres e David Luiz. Avrebbe deciso tutto la e la ha deciso: Chelsea sbattuto fuori ai quarti dal solito Manchester United, bocciato per aver preferito le polveri alluvionate (0 gol in 693 minuti) di Torres all’indiavolato Drogba, tabloid scatenati contro Carletto, difesa d’ufficio affidata a Cech e conto alla rovescia per lo scontatissimo «good bye» già iniziato. Il futuro di , lontano da Londra, è tutto da scrivere.

Non gli dispiacerebbe affatto il Real e non ha mai fatto mistero di voler tornare, un giorno non meglio precisato, alla Roma. Problemi: a Madrid c’è Mourinho e le chiacchierate informali con Franco Baldini sulla nuova Roma non sono andate benissimo. Richieste, acquisti obbligatori (uno era Pirlo) e conditio sine qua non. Solo un bel po’ di passi indietro ancelottiani potrebbero cambiare le carte sul tavolo giallorosso, dove si continuano a mischiare tanti allenatori, Montella compreso. Di sicuro, Carletto non resterà a spasso. C’è quella bottiglia di Ornellaia che aspetta di essere aperta per brindare a una nuova avventura.