Roma, toccato il fondo

17/02/2011 alle 10:36.

IL TEMPO (G. GIUBILO) - Campionato o Europa, cambia poco, la Roma non riesce a darsi un po' di make-up per migliorare un'immagine deprimente: quella che ha decretato il crollo verticale in Italia, quella che segna l'uscita dalla Champions. Quando perdi in casa subendo tre gol, la rincorsa diventa proibitiva, non basta avere infine contenuto il distacco in termini minimi, perché a Donetsk sarà durissima, in casa loro gli ucraini dettano legge in proporzioni terribili, più di un'impresa ci vorrebbe un miracolo.

Ma la discesa agli inferi era appena cominciata, nel quarto d'ora finale tre conclusioni romaniste con porta mancata di pochissimo, due volte Vucinic e una Menez, tre per gli ucraini, due volte a segno. Prima il capolavoro di Douglas Costa, sinistro a giro chirurgico, poi la comica dello scivolone di Riise, palla regalata a Costa, invito per Adriano che, non essendo quello finto visto da queste parti, ha fatto secco Doni. Sarebbe potuto finire ancora peggio, il primo tempo, Mexes meritevole del rosso per avere fermato Adriano, poi bravo a salvare la porta vuota sul pallonetto dell'attaccante mentre Doni era a passeggio fuori area. Roma costretta all'assalto nella ripresa, dentro Castellini per Riise, a metà tempo spazio per Borriello al posto di Vucinic, il napoletano aveva dato vistosi segni di insofferenza in panchina, si domandava come potesse star fuori uno che aveva firmato tutti quei gol. Nel frattempo aveva riacceso gli animi giallorossi un'invenzione di Menez, che era stato molto attivo e altrettanto fumoso, fino a sprecare un assist di tacco del capitano, splendido però il suo a giro a riaprire, al quarto d'ora, i giochi. Che però Luiz Adriano avrebbe potuto richiudere senza un doppio, coraggioso intervento di Doni in uscita. Giallo a Cassetti, che salterà il ritorno, poi anche a Perrotta, finale di partita a senso unico, normale che lo Shakhtar patisse la lunga inattività. Una palla-gol per , centrale, poi stanchezza anche per la Roma, è la resa