GASPORT - Troncato che pur essendo dell84 era aggregato agli altri. È logico, perciò, che sono felice per tutti e due. Li ho visto crescere e sono convinto che andranno ancora più lontano». Probabile, anche se per farlo hanno scelto strade diverse. Il centrocampista ad un passo da casa, lattaccante invece in giro per lItalia. Pepe era arrivato in giallorosso dal Pavona, ma per crescere ha avuto bisogno di fare la valigia. Prima al Lecco, senza gloria, finché a 19 anni un futuro dirigente giallorosso gli cambia la vita. Si tratta di Daniele Pradè, attuale d.s. della Roma, che nel 1992 lo porta al Teramo, in C1. «Eravamo il Real Madrid della categoria e sfiorammo la promozione in serie B», ha raccontato Pradè. Ecco, nella squadra abruzzese Simone si guadagna il soprannome di «Tottino», che porterà con sé al Palermo, al Piacenza e nella sua prima esperienza allUdinese.
Prima al Lecco, senza gloria, finché a 19 anni un futuro dirigente giallorosso gli cambia la vita. Si tratta di Daniele Pradè, attuale d.s. della Roma, che nel 1992 lo porta al Teramo, in C1. «Eravamo il Real Madrid della categoria e sfiorammo la promozione in serie B», ha raccontato Pradè. Ecco, nella squadra abruzzese Simone si guadagna il soprannome di «Tottino», che porterà con sé al Palermo, al Piacenza e nella sua prima esperienza allUdinese.
Ma a regalargli il futuro azzurro sarà ancora una volta lAbruzzo, che si materializza nei panni dellallenatore Marco Giampaolo, che a Cagliari gli cambia ruolo trasformandolo da seconda punta a tornante. È la svolta della carriera, la svolta che ha trasportato Simone Pepe fino alle sponde dellAtlantico, dove il Green Point Stadium lunedì illuminava la notte di Città del Capo. Adesso lItalia è anche sua. Per questo Simone ricorda, e non vuole più tornare indietro. Effetto «Mi ha fatto effetto vederlo accanto a me ha detto il centrocampista azzurro . Eravamo ragazzini, insieme andavamo sui campi in terra battuta di Osimo e Terracina e adesso ci siamo ritrovati qui a giocare per lItalia. Per questo ho detto a Simone di ricordarsi da dove siamo venuti». E lui lo ha fatto, spedendo in mezzo allarea quella palla su cui Daniele ha costruito un pareggio importante, contro il Paraguay allesordio di questo mondiale. «Quando mi ha detto quelle parole mi sono emozionato ha raccontato Pepe, il ragazzo di Albano Laziale, vera rivelazione azzurra contro il Paraguay e ho fatto come lui, che in campo ci ha messo il cuore e lanima. Lui è un giocatore fondamentale per questo gruppo, che ha lo spirito giusto per andare lontano». Classe 1983. Per gli scherzi del destino, proprio su quei campi in terra battuta fondamentale lo era di più Pepe, uno degli «enfant prodige» di quella nidiata cresciuta sotto la supervisione di Bruno Conti. "Quando è arrivato alla Roma anche De Rossi giocava da attaccante - racconta perciò altri giocatori in quella posizione facevano meglio di lui. Simone invece era già un gioiellino, insieme ad Aquilani"
(Sudafrica) Quel calcio dangolo da sinistra sembrava quasi una cartolina con su scritto: mi ricordo. Simone Pepe, calciando la palla ad effetto, rispondeva così allesortazione che Daniele De Rossi gli aveva fatto un attimo prima di scendere in campo, quando lemozione dellesordio aggrovigliava lo stomaco ad entrambi.