GASPORT (S. BOLDRINI) - Il primo anno a Liverpool di Alberto Aquilani si ripercorre con i titoli di alcune canzoni dei Beatles, il gruppo simbolo della città inglese. «Help», aiuto, quando nei primi mesi Alberto faticava a mettersi alle spalle loperazione alla caviglia.
Alberto, un anno lunghissimo.
«Non è stata facile, ma sono soddisfatto. A Liverpool mi trovo benissimo. Allinizio ho pagato il conto dellinfortunio, ma ora il peggio è passato. A Liverpool mi hanno trattato bene. Grande città, più bella di quanto si creda. Grande pubblico, caldo, ma rispettoso. Grande gruppo, mi trovo bene con tutti».
Come va con linglese?
«Allinizio è stata dura, parlavo un inglese scolastico. Ho studiato e mi sono aiutato con la tv. Ora riesco a farmi capire e a capire. Sono in difficoltà solo con Gerrard e Carragher: hanno un inglese stretto».
Rafa Benitez?
«Grande allenatore. Un tecnico moderno, attento ai dettagli. È uno studioso di calcio, prepara le partite con estrema cura».
Un altro Mourinho.
«Hanno la stessa cultura. Per me Mourinho è il miglior allenatore del mondo e Benitez viaggia a quei livelli».
La Roma sempre nel cuore?
«Sempre. Potevo lasciarla solo per giocare allestero».
Contatti con i vecchi compagni, Totti tanto per fare nomi?
«Allinizio ci sentivamo spesso, poi la distanza e gli impegni hanno allentato i contatti».
Lasciare Roma e la Roma per un romano sembra uno sforzo titanico. «A volte si esagera. Non è facile allontanarsi da Roma, ma quando la professione ti impone delle scelte, non è una tragedia. Per me andare a Liverpool è stato un arricchimento: nuova lingua, nuova cultura, nuova esperienza. Poi un giorno tornerò».
A chiudere la carriera a Roma.
«È presto per fare certi discorsi».
Ora il tormentone del possibile addio riguarda De Rossi.
«Credo di sapere che cosa gli passi per la testa e come si senta. Daniele deve essere libero di fare le sue scelte».
È cominciato il Mondiale che poteva essere il suo: rimpianti?
«La lunga sosta mi ha penalizzato. Il silenzio mi ha fatto capire da tempo che non cerano possibilità. Da quando sono a Liverpool, non ho mai ricevuto una telefonata dallambiente della Nazionale».
È nata la Roma di Ranieri. «Ranieri ha fatto un grande lavoro, ma credo sia giusto non dimenticare che Spalletti aveva dato tanto alla Roma».
Il fascino della Premier League?
«Latmosfera, i campi perfetti, lo spirito».
Il fuoriclasse numero uno?
«A parte Torres che è un mio compagno di squadra, Rooney. È fantastico».
Dopo un anno di Liverpool, come siamo messi a Beatles?
«Non è il gruppo della mia vita per una questione di età, ma a Liverpool ho imparato a conoscerli e ad amarli. Con gli amici che mi vengono a trovare, i luoghi storici dei Beatles sono una tappa fissa».