
CORSPORT (A. MAGLIE) - Le parole sono quasi scolpite nella roccia: « E previsto che tutte le gare dellultima giornata di ciascuna stagione si disputino in contemporanea alle ore 20,45. La Lega Calcio può però decidere, in conformità alle previsioni regolamentari interne, che le gare vengano disputate in più blocchi fino a un massimo di tre in due giorni, nel caso non si renda necessaria la contestualità di tutte le gare della giornate».
Anche sulla base di questo impegno, la Lega ha venduto i diritti televisivi delle stagioni 2010- 2011 e 2011-2012. « Un impegno approvato allunanimità » ricorda il presidente dellorganizzazione, Maurizio
Anche sulla base di questo impegno, la Lega ha venduto i diritti televisivi delle stagioni 2010- 2011 e 2011-2012. « Un impegno approvato allunanimità » ricorda il presidente dellorganizzazione, Maurizio Beretta, parlando ai microfoni de « La politica nel pallone- Gr Parlamento » . La sostanza è semplice: la contemporaneità non esiste più, spazzata via delle esigenze televisive.
Non a caso Beretta afferma: « Si tratta di un falso problema. Il Barcellona e il Real Madrid non hanno giocato nella stessa giornata e Chelsea e Manchester United non sono andate in campo alla stessa ora » .
Semplice la conseguenza:
« Allo stato dei contratti, nelle prossime due stagioni la contemporaneità riguarderà solo lultima giornata di campionato » . Quellimpegno, infatti, è contenuto nellinvito a «presentare offerte dacquisto» predisposto dalla Lega e sulla base del quale i diritti del satellite sono andati a Sky, quelli del digitale terrestre a Mediaset e Dahlia e quelli in chiaro alla Rai. Su una parte di quei contratti (quella relativa a Sky) è in corso una vertenza legale promossa da Conto Tv ( il prossimo 14 maggio il Tribunale di Milano si pronuncerà sulla sospensione degli accordi). Ma al di là delle controversie giuridiche, la serie A che dal 1º lu- glio avrà una Lega autonoma, abbandonerà la contemporaneità considerandola un inutile residuo del passato: «E come guardare negli specchietti retrovisori, piuttosto che avanti» dice Beretta.
La soluzione del problema, secondo i presidenti, è nel denaro: «Una parte delle risorse verranno distribuite in maniera meritocratica, in base alla posizione in classifica » . Basterà questo accorgimento per rendere utili le partite considerate «inutili»? Basterà questa soluzione per stimolare calciatori «psicologicamente » appagati in quanto hanno ormai raggiunto lobiettivo stagionale? Il nodo è intricatissimo e tagliarlo non è semplice. Giancarlo Abete viene da un calcio in cui la contemporaneità era una sorta di tabù e molti anni fa, presidente Luciano Nizzola, abbandonò la poltrona di vice proprio per protestare contro la scelta dello «spezzatino» (e si trattava di uno «spezzatino » ancora austero, limitato nel numero di tozzetti).
Ma da allora ( fine anni Novanta) molte cose sono cambiate, soprattutto i poteri federali si sono «asciugati » . La delega concessa dalla Figc alla Lega per lorganizzazione dei campionati è diventata totale. E anche a via Allegri la contemporaneità viene vista come uno strumento utile ma insufficiente. « Quale sarebbe il limite? Le ultime due giornate, le ultime quattro? » sottolineano in Figc per segnalare la relatività della soluzione. E un sistema intermedio, flessibile? Uno spostamento, deciso a inizio settimana, di Atalanta-Bologna in orario serale, avrebbe potuto evitare qualche problema? Risponde Beretta: « Ma se siamo stati criticati perché non rispettiamo i calendari... ». Insomma, la contemporaneità è morta. Per un pugno di euro.