AS Roma, dal 2005 saldo negativo di 26 milioni

08/08/2009 alle 16:15.

CORSPORT (R. MAIDA) - I conti sono certificati dai comuni­cati finanziari della Roma: nei quattro anni (solari) di Spalletti, la famiglia Sensi ha re­gistrato a bilancio un saldo negativo di ol­tre 26 milioni nelle operazioni di mercato. Come si può osservare dal grafico, le usci­te sono state pari a 93,51 milioni mentre le entrate derivate dalle cessioni dei calciato­ri sono state di 67,1 milioni. Per semplicità di comprensione, non abbiamo considerato gli scambi che non hanno previsto movi­mento di denaro liquido (ad esempio l’ope­razione Loria-Artur per Galloppa-Curci con il Siena) oppure i prestiti e le comproprie­tà di valore economico poco significativo.

IL TESORO - Nelle quattro stagioni spallet­tiane, la Roma è entrata tre volte in Cham­pions League. E andando sempre piuttosto avanti - due volte nei quarti e una negli ot­tavi - ha messo in cassa oltre 100 milioni di euro tra premi, diritti televisivi, incassi e rivalutazione del marchio. Ma nella logica dell’autofinanziamento, che comprende an­che i costi di gestione in larga parte costi­tuiti dagli stipendi dei dipendenti (Spallet­ti compreso), non ha investito tutti i ricavi arrivati dalla . Ha comunque, nel cosiddetto trading tra acquisti e cessio­ni, speso più di quello che ha incassato.



L’ANALISI - La campagna trasferimenti più dispendiosa è stata quella dell’estate 2008: 36 milioni investiti contro i 15,5 monetizza­ti, per un saldo passivo di 20,5 milioni. Di poco superiore alla stagione precedente, in cui il passivo era di 19,9 milioni. Da questi dati sembra di cogliere che la Roma, con la certezza della , negli ul­timi due anni aveva una ventina di milioni da spendere sul mercato. Senza la Cham­pions, invece, cerca denaro con le cessioni: i 20 milioni del Liverpool per Aquilani tam­ponano parzialmente l’emorragia. Resta so­lo un mistero: se prima la Roma, una socie­tà che si autofinanzia, prendeva 30-35 mi­lioni e ne investiva 20, perché adesso è co­stretta a incassare la stessa somma senza poter sostenere le stesse uscite? Forse è proprio questo che ha fatto arrabbiare Spal­letti.