VIVOAZZURRO - Daniele De Rossi, campione del Mondo con l'Italia, è entrato ieri nella Hall of Fame del calcio italiano. L'ex allenatore giallorosso ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali della nazionale Azzurra.
Che significato ha per te questo premio?
"Forte, importante, parliamo di entrare in un circolo, sarò circondato da campioni, leggende, se mi guardo più avanti penso a chi entrerà in questo circoletto, sono un privilegiato".
A Coverciano sei di casa: un aneddoto che ti lega a questo posto?
"Ne ho uno per ogni stanza. Qui ci ho passato anche parte della mia adolescenza, gli anni più belli della mia vita da calciatore. Ho vissuto la trasformazione di Coverciano, da un posto antico e vintage a questa esplosione di modernità. Qui abbiamo passato di tutto, da cocenti sconfitte a ritorni alle 5 di mattina da trasferte lontanissime con l'aglio, olio e peperoncino di Claudio e Andrea ecc, i momenti più intensi di unione che vivevamo noi. Eravamo stanchi ai tempi ma ci mancano tremendamente"
Momento più bello?
"Più che al calcio mi lego ai ricordi, alle esperienze vissute con i miei compagni, allenatori, tifosi. Siamo dentro Coverciano, non posso non ricordare il giorno in cui siamo tornati in Italia con la Coppa e siamo andati sul pullman scoperto, abbiamo vissuto la marea di gente, eravamo tutti abbastanza ubriachi, si festeggia forte. Abbiamo ricordi nitidi, era un gioia non più solo nostra ma di tutti gli italiani".
C'è un calciatore azzurro nel quale ti rivedi?
"Ci sono tanti centrocampisti. Prima ha detto due parole Tonali, prima di smettere mi ero permesso di consigliare al nostro direttore sportivo questo ragazzino, che giocava in Serie B, e che per me sarebbe stato bello giocarci un anno insieme, accompagnarlo nello svezzamento e poi lasciargli il mio posto. Ce ne sono mille. Frattesi l'ho visto nascere e lo trovo sempre più forte, Pisilli lo abbiamo visto e sta facendo un exploit per non dimenticare i vecchi Barella, Pellegrini, gente che tira la carretta da tanti anni e continuerà a farlo per tanti anni perché hanno una qualità incredibile. Ora c'è anche Ricci. L'Italia ha sempre avuto grandi centrocampisti e si sta riformando una diversità tra di loro che potrà essere importante in campo".