Collina: "Var processo irreversibile, ma sempre al servizio dell'arbitro"

24/04/2020 alle 22:13.
collina

RADIO 24 - «Preciso subito che l'Ifab si riunisce una volta all'anno, ma lavora, studia e valuta per tutto il resto della stagione. Rispetto a prima, oggi ci sono delle commissioni formate da persone che di calcio ne sanno: penso a una parte più tecnica, che prevede anche arbitri, insieme a esperti, ex calciatori ed ex allenatori del calibro di Figo, Boban, Nakata, Wenger, Maturana, rappresentanti del FifPro e delle leghe. Quindi mi viene da ridere quando sento dire che quelli dell'Ifab sono dei parrucconi», così ai microfoni dell'emittente radiofonica, Pierluigi Collina, che è presidente della commissione arbitri della Fifa e membro dell'Ifab.

«Direi che quest'anno ci siamo focalizzati soprattutto sul rifinire i tanti cambiamenti introdotti nel 2019-2020 - spiega Collina -, alla luce di quanto visto in questa metà o poco più di stagione. Mi riferisco per esempio al calcio di rinvio, perché quello già giocato all'interno dell'area di rigore è stato sicuramente positivo, ha velocizzato la ripresa di gioco. Lo abbiamo prontamente adeguato a ogni possibile sfumatura, così come il tocco di mano da cui scaturisce un gol o un assist. In questo caso - continua Collina -abbiamo cercato di definire dove inizia un braccio e dove finisce la spalla, cosa che prima veniva lasciata all'interpretazione. Prima venivano puniti falli di mano assolutamente involontari, come quello per cui venne annullato un gol a Neymar nella finale della 2015 a Berlino, ora abbiamo codificato che la volontarietà è solo uno dei criteri per rendere punibile un fallo di questo tipo. Più semplicemente, da adesso qualunque tocco con la mano sarà punito se causerà o favorirà una segnatura della rete, che sia un gol o un assist. Il criterio che conta è l'immediatezza, non la volontarietà».

Secondo Collina l'utilizzo del Var è un processo irreversibile? «Assolutamente sì - risponde -. Dovremo cercare di continuare a migliorarlo, e lo stiamo facendo in questi anni. Dobbiamo però far sì che il Var venga applicato in maniera più omogenea in tutto il mondo, questo strumento deve diventare più democratico e quindi utilizzabile anche da paesi con meno risorse umane ed economiche seppur in versione ridotta, in versione light». Ma «non dimentichiamoci che c'è sempre un uomo dietro al Var. La componente umana è sempre fondamentale, parliamo infatti di una tecnologia al servizio dell'uomo. Va salvaguardata quindi la centralità dell'arbitro di campo come decisore finale. Negli episodi interpretabili è proprio il direttore di gara, e non l'arbitro al Var, che deve rivedere le immagini e prendere una decisione». Per Collina, il bilancio Var è positivo: «La valutazione finora è positiva, ci sono più pro che contro. Quando le cose vanno bene, ovviamente, si cerca sempre di alzare l'asticella. In questi anni abbiamo però migliorato anche la stessa tecnologia, che oggi è in grado di offrire risposte migliori». A Collina viene poi chiesto un giudizio sul tempo effettivo, e se ci si potrà arrivare anche nel calcio: «All'Ifab ne abbiamo discusso, e come Fifa abbiamo cercato di aumentare i minuti di recupero all'interno di un match. Il Mondiale del 2018 ha rappresentato la svolta, visto che siamo passati da tre a sei minuti di recupero di media. Abbiamo parlato nello specifico anche del tempo effettivo, ma già ora direi che non siamo lontani dai 60 minuti di tempo effettivo a partita».