10 for a Legend, Cassano: "Totti il migliore di sempre". Ramos: "E' il simbolo di Roma". De Rossi: "Lui e Batistuta mi lasciavano a bocca aperta"

08/06/2017 alle 05:13.
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ROMA TV - Sull'emittente ufficiale della società giallorossa è andato in onda "10 for a Legend", uno speciale con protagonisti 10 personaggi del mondo del calcio che hanno voluto rendere omaggio a .

Buffon: “La prima volta che l’ho incontrato era a Coverciano, c’è una profonda amicizia tra di noi. Già ne parlavano tutti come un grande campione. C’era una sorte di predisposizione nel vedere questio giovani campioni, ed anche io ero curioso di vedere questo fenomeno. La prima volta che mi chiese la maglia mi disse: ‘Ah tartarugò, ci scambiamo la maglia?’. E’ inevitabile che abbia fatto tanti gol, ma alcuni erano così belli che se li avessi presi avrei rovinato un capolavoro”.

Maldini: “Aveva grande forza fisica, non riuscivi a reggere il corpo corpo. Non vedeva il primo o il secondo passaggio, ma il terzo, che non vedeva nessuno. Quando giocavo con lui mi chiedevo come sarebbe stato ricevere uno dei suoi assist. C’è questo pensiero che vieni giudicato per quello che vinci, ma dipende dal tempo in cui arrivi in quella squadra. Molti campioni hanno vinto poco o meno di quello che avremmo potuto. All’Europeo eravamo esausti contro l’Olanda, quando lui si avviò al dischetto noi ripensammo a quello che aveva detto. Per fortunato poi la mise dentro”.

Cassano: “Io lo vedo ancora oggi come il miglior calciatore italiano di sempre. Per me è stato fondamentale, l’ho incontrato ad inizio della carriera. Non volevo rubargli il posto, anzi gli ho fatto fare anche qualche gol. Noi giocavamo in attacco alternandoci, giocando con il finto centravanti a seconda di chi era stanco”.

: "Di riferimenti ne avevo parecchi, ma lui e Batistuta mi lasciavano a bocca aperta. Nei primi anni, io, lui e Cassano eravamo molto uniti. Ricordo che io facevo il raccattapalle e lo vedevo in campo, e poi a Trigoria. Aveva 7 anni più di me, ma si comportava come uno di noi ’82. E’ un rosicone, fa ridere quando si incavola in campo o in allenamento. Mio padre mi diceva sempre di guardare Giannini, io avevo lui in campo che vedeva delle cose che nessuno di noi vedeva. Il pallonetto a Julio Cesar lo metto nei 5 gol più belli di sempre, senza nulla togliere agli altri. Sai quando ti metti a ridere invece che esultare? Ho pensato: ‘Questo ci prende in giro a tutti’. Io dico che per longevità, numero di gol e di assist, lui è il più forte che abbiamo avuto. Con tutto il rispetto per Baggio e Mancini, lui ha fatto le stesse cose per 20/25 anni".

Del Piero: "Ci siamo fatti tante risate io e lui, la più grande quando dovevamo raccontare le barzellette. Ci abbiamo messo 45 minuti per una scena di 30 secondi. Francesco è uno spettacolo sia come gioca, ma anche come ragazzo. E’ alla mano, ci siamo divertiti parecchio. Quando un giocatore ti farà fare una domanda come: ‘Ma come ha fatto?’, vuol dire che ti ha regalato qualcosa di importante. Il dualismo tra me e lui c’era, ma non è stato creato da noi. Per noi era un’opportunità. C’è un po’ di rammarico per non aver giocato abbastanza insieme, ma dall’altra parte c’è un Coppa del Mondo che ci godiamo".

Ramos: "A me è sempre piaciuto come calciatore. Lo considero il simbolo della Roma. Era un giocatore che si muoveva anche spalle alla porta. Era un giocatore molto particolare, puro istinto. Per me è stato il più forte italiano di sempre. Avrebbe potuto giocare nel , ma noi lo abbiamo potuto vedere con la maglia della Roma e dell’Italia".

Seedorf: "Io mi ricordo la sua simpatia e il suo sorriso dentro e fuori dal campo, Per tanto tempo ha giocato trequartista, ma da punta l’ho visto molto bene. Penso che quello che ha fatto facendo il falso nueve fece molto bene. Con Kakà avevamo questa sintonia. Io avevo il ruolo di raccordare il centrocampo e l’attacco, lui di finalizzare. Con sarebbe stata la stessa cosa. Lui aveva questo tocco di prima che mi ha sempre impressionato. Era una cosa innata".

Beckham: "Penso sia un mago del calcio, come Zidane. La gente andava allo stadio solo per vedere un suo stop. E’ esattamente come ti aspetti che giochi un italiano. E’ un giocatore capace di metterti la palla dove deve stare, è u giocatore che sapeva fare tutto, anche difendere. Magari lui dirà che non è così, ma sapeva anche difendere. Aveva qualcosa che gli bruciava dentro. Invidio i tifosi della Roma perché l’hanno potuto vedere per così tanto tempo. E’ un mago, faceva sempre gol assurdi".

Gerrard: "E’ un giocatore che ha avuto una carriera fantastica. Lui qui al Liverpool sarebbe stato sempre il benvenuto, ma penso che la sua carriera lo ha portato ad essere amato da un intero popolo, cosa che succede a pochissimi  calciatori".

Zanetti: "Lui aveva questa capacità di fare assist che è una cosa che non ho mai visto. E poi il pallonetto, con cui purtroppo ci ha fatto male. Però sono questi i suoi colpi. Qualunque squadra argentina vorrebbe un giocatore come , anche per il suo carisma".