Da sogno ad addio in 243 giorni

02/02/2013 alle 18:32.

Dal sogno all'addio in 243 giorni. Tanto è durata la seconda era di Zdenek Zeman sulla panchina della Roma. Il grande ritorno del boemo sulla panchina giallorossa, a 13 anni di distanza dalla prima volta, viene annunciato il 4 giugno scorso e accende immediatamente l'entusiasmo del popolo giallorosso. Ne parla anche il Wall Street Journal, che lo celebra con un titolo esemplificativo: 'The Return of Soccer's Jedì, 'Il ritorno dello Jedi del calciò. Nel giorno della sua presentazione il direttore generale Franco Baldini assicura che «Zeman non è una seconda o una terza scelta, è la scelta». «A lui -le parole del dg- chiediamo emozioni, se fossero accompagnate dai risultati, sarebbero emozioni perfette». Il direttore sportivo Walter Sabatini chiarisce che «non abbiamo preso Zeman per farci da 'scudo spazialè. Per noi è stata una semplice e pura scelta tecnica». Anche

Il direttore sportivo chiarisce che «non abbiamo preso Zeman per farci da 'scudo spazialè. Per noi è stata una semplice e pura scelta tecnica». Anche il tecnico si mostra entusiasta: «Nel '99 mi ero prefissato che prima o poi sarei tornato. Ora ci sono riuscito e sono felice, spero che dopo la stagione calcistica lo saranno anche gli altri». I fatti, però non gli daranno ragione. All'esordio in campionato, il 26 agosto, la Roma non va oltre un pareggio all'Olimpico contro il Catania: finisce 2-2 ma nonostante il mezzo passo falso i tifosi si godono uno spettacolo tutto sommato gradevole. I difetti del gioco zemaniano non tardano ad affiorare, ma le possibili polemiche per il pari casalingo vengono cancellate con l'impresa a San Siro contro l'Inter la settimana seguente: 3-1 ai nerazzurri con gol di Osvaldo e degli emergenti e Marquinho. 'Zemanlandià è tornata: solito gioco spettacolare e veloce, ma anche ampi spazi concessi agli avversari in contropiede. La gioia per la vittoria di Milano viene dimenticata la settimana successiva quando la Roma perde nuovamente in casa contro il per 3-2 al termine di una partita pazzesca: doppio vantaggio in un quarto d'ora, risultato capovolto nella ripresa. A bruciare, però, sono soprattutto il poker con cui la liquida i giallorossi il 29 settembre a Torino e la sconfitta per 3-2 nel derby contro la Lazio l'11 novembre, con espulsione di dopo un colpo proibito a Mauri.

Il tormentato rapporto fra il tecnico e 'capitan Futuro' raggiunge i minimi storici dopo la figuraccia dello Stadium. Una grana, questa, destinata a restare senza soluzione. Il 2012 della Roma si chiude con due vittorie di prestigio all'Olimpico, prima contro la rivelazione e poi contro il Milan: identico risultato, 4-2. Nel nuovo anno, però, si torna ai vecchi problemi evidenziati dal brutto ko del San Paolo contro il (4-1) e dalla sconfitta con il Catania. Le critiche aumentano così come la pressione dell'ambiente e le incomprensioni fra il tecnico e la squadra. Il boemo punisce Marquinho e lo esclude dalla lista dei convocati per la sfida dei quarti di finale di coppa Italia contro la . L'emergenza in attacco spinge il tecnico a rinunciare per la prima ed unica volta in carriera al suo modulo e marchio di fabbrica, il , per la sfida con i viola. Una decisione clamorosa che, insieme al gol vittoria di , frutta la qualificazione alle semifinali. Ma dopo il pareggio in campionato e la vittoria di misura in Coppa Italia contro l'Inter la Roma e Zeman ci ricascano. Prima della trasferta di il tecnico si sfoga in conferenza «Qui non c'è un regolamento scritto. Di solito lo fa la società, la disciplina è la cosa più importante», dice commentando l'intervista polemica del Marteen Stekelenburg. Risponde Baldini: «La disciplina non si ottiene attraverso regole scritte, che per altro ci sono. La disciplina dipende dalla credibilità che si ha verso il proprio ambiente». Il resto è storia recente, dal pareggio in casa del alla fiducia confermata al tecnico (lo Zeman 2) fino alla debacle casalinga contro il Cagliari. Il destino di Zeman si decide oggi nello , quartier generale del consigliere Stefano e sede delle più importanti operazioni strategiche del club: qui è cominciata l'era americana della Roma, qui finisce il sogno di 'zemanlandià.

(adnkronos)