Hall of Fame, Rocca: "Non pensavo di essere rimasto nel cuore dei tifosi"

20/09/2012 alle 17:40.

Francesco Rocca, ex calciatore della Roma inserito nella Hall of Fame giallorossa, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica romana. Queste le sue parole

Sulla preferenza espressa dai tifosi

"Sono rimasto stupito dalla votazione, però il popolo è sovrano. Sono passati tantissimi 36 anni, non pensavo di essere rimasto così tanto nel cuore della gente. Nello stupore c’è tanta felicità, c’è la contentezza di aver reso felice tanta gente, malgrado abbia giocato solo due anni. Non ho mai evidenziato il sacrificio del mio ginocchio, perché sono i rischi del mestiere. Ho fatto quello che dovevo, ho svolto il mestiere nel modo in cui credevo. La verità è che secondo me tanti altri giocatori hanno dato tanto alla Roma, forse più di me. Però, ripeto, questa scelta dei tifosi mi ha sorpreso e mi riempie di gioia. Rimarrò nella storia anche avendo giocato solo due anni, e per me è eccezionale"



Sulla carriera da giocatore

"Professionalmente sono stato un atleta mal gestito. Nessuno mi toglierà mai dalla testa che per esempio i miei 6-7 kg in più abbiano coinciso con la distruzione dell’articolazione del ginocchio. Quando si parla di professionalità di un allenatore va inquadrata anche in questo senso. L'allenatore deve essere un professionista immacolato, se sbaglia fa danni irreparabili, come è stato per me. E io tengo conto anche di questo."



Sulla carriera da allenatore

"Io non ho avuto fortuna come allenatore per un semplice motivo: non sono mai sceso a compromessi con nessuno. Sento parlare in giro di moralità, rispetto per le regole, esempi per i giovani. Ma se scendi a compromessi, ecco che non sei più credibile. Credo di aver fatto solo il mio dovere, ma nell’arco di 30 anni di panchine questa caratteristica mi si è ritorta contro. Non rinnego nulla, ma credo sia doveroso nel mondo dello sport essere corretti, leali, professionali. Nessuno dei miei giocatori ha mai riportato un infortunio muscolare. Ho scelto di essere corretto con i ragazzi perchè ho sofferto troppo nel corso della mia vita, e non voglio vedere la stessa sofferenza negli altri. Quando mi sono fatto male la prima volta, avevo 22 anni: un bambino. Da allenatore la mia missione è stata di essere d’esempio per gli altri, ma in pochi lo hanno creduto. Sono stato oscurato volutamente ma solo perchè volevo essere un esempio positivo nel mondo dello sport. Non homai voluto “vendermi”: se alleno na squadra ho due referenti: uno è il presidente, perchè mi paga, l’altro è il pubblico che viene a vedermi. Io non vorrei neanche un “dirigente con la pancia”. Non ce l’ho con le persone sovrappeso, ma se devi essere d’esempio per i ragazzi, devi essere il primo a stare in forma. Spero di poter insegnare ancora ai ragazzi, perchè davanti si troveranno un esempio immacolato, non uno che vuole fregarli. Io li faccio lavorare duro, ma i migliori giocano con me. Vi sembrano strane le mie considerazioni? Per qualcuno lo sono state. Sembra che solo evocare il mio nome spaventi"



Anche Zeman è famoso per i suoi allenamenti duri..

"Non entro nel merito di quello che fanno gli altri. Ognuno cerca di fare il meglio per se stesso. Sono contento pe ril boemo, ma ha allenato 14 squadre. Le opportunità le ha avute, a me non ne hanno data neanche una. Ma oggi ho ricevuto l’attestato di stima più grande. E’l'unico che abbia mai ricevuto. Io sono convinto che se un soggetto è troppo ben voluto dal popolo, non lo è ugualmente dalle alte sfere"



Mai stato vicino alla panchina della Roma?

"Mai, mi era stato proposto un ruolo che non ritenevo adatto. Alla Roma non ho mai chiesto niente, come era giusto che fosse. Non ho cercato mai la pietas umana, sarebbe stato vergognoso per me. Ho voluto fare il mio mestiere senza chiedere nulla. Stando in Federazione ho avuto la possibilità di lavorare per 28 anni a contratto annuale: e questo mi rende orgoglioso. Significa che al termine di ogni anno il mio lavoro è stato giudicato positivamente"

(rete sport)

Nel pomeriggio Rocca si è concesso a una seconda intervista radiofonica. Queste le sue parole:

Io vivevo per la Roma, poi altre vicende mi hanno portato in altri lidi. Questa votazione mi ha dato una soddisfazione immensa, dopo 37 anni rientrerò all’Olimpico da romanista

Chi avresti votato?

Premesso che anche io mi sento un privilegiato, dico Maldera, Nela e Candela. Sicuramente hanno dato più di me, ma accetto volentieri il verdetto del pubblico che mi ha piacevolmente sorpreso, ma loro sono campioni straordinari che hanno dato tanto alla Roma



Un tuo pensiero sulla Roma di Zeman?


E’ sempre difficile giudicare il lavoro degli altri. Ho visto le partite della Roma, credo sia ancora in rodaggio. Il risultato di domenica è stato scioccante per l’evoluzione della gara, ma Zeman sa come preparare le squadre e le cose miglioreranno, almeno spero.



?


Il campo da verdetti inattaccabili, va riconosciuto a chi ha preparato la squadra. Basta poi fare i paragoni con le gestioni precedenti. Lo scorso anno poi la ha avuto pochi infortuni muscolari, segno che chi ha preparato la squadra è bravo e competente



Su Pato, sempre infortunato cosa ne pensi?

Della mia storia non rimpiango tanto i mancati guadagni o il successo, ma il fatto che non ho potuto più giocare a calcio. Quindi immagino il dolore che prova un ragazzo a non poter più sfruttare il suo talento per colpa degli infortuni. La mia specializzazione è sempre stata evitare che i miei giocatori non si facessero male. Chiamai Ariedo Braida a proposito, ma qui entriamo in un contesto che diventerebbe una polemica. Sono stato calunniato pesantemente durante il mio profilo professionale, hanno detto che ero un ‘sergente di ferro’, che non facevo mangiare i giocatori. sta di fatto che qui in Italia allenano sempre gli stessi



Insigne?


Non so quanto peserà in futuro la sua struttura fisica, ma è straordinariamente coordinato, veloce e intelligente. Vi racconto un episodio, andai a Trigoria e convocai per la prima volta un giocatore per l’Under 20. Quando uscirono le convocazioni si chiesero se fossi matto, per molti quel giocatore non aveva un futuro. Io lo convocai e lo feci esordire contro la Germania. Questo giocatore risponde al nome di Alessandro . Lo stesso discorso lo fecero con Lorenzo Insigne, che quando lo convocai giocava nel Foggia di Zeman. Loro due sono potenzialmente il futuro del calcio italiano



Ma li fai mangiare i tuoi giocatori?


No, in realtà facevo dimagrire quelli grassi (ride, ndr). Da questo punto di vista ho smesso di giocare. Sono stato gestito male, avendo dieci chili in più il ginocchio ha ceduto per questo motivo. Il discorso fatto sul peso era di tipo professionale. Se capitavano giocatori che avevano 6-7 chili in più, in allenamenti come i miei, a ritmi alitissimi come impone il calcio internazionale, si sarebbero fatti male. E allora li rimandavo indietro



Ti vedi come allenatore della Roma?


Chiaramente si, sarei anche orgoglioso, ma è chiaro che non sarà cosi. Costo molto poco rispetto a una gestione globale e, siccome lavoro con criteri meritocratici, chiaramente creerei problemi



Ti rivedremo all’Olimpico


Non correrò più come allora, ma questa sarà la firma di quello che ho dato alla Roma. La prima volta che vidi da tifoso scavalcai i cancelli dell’Olimpico per vedere Roma-. Immaginatevi la gioia quando ho indossato la maglia giallorossa

(radio radio)