Montella: "Totti è la Roma. Quando smetterà per i tifosi non sarà facile"

05/04/2012 alle 19:19.

MEDIASET PREMIUM - Queste le parole di Vincenzo Montella, allenatore del Catania, ex calciatore giallorosso ma, soprattutto, grande amico di Francesco Totti:

Non fu una cosa studiata, ma nacque in un -Cesena, nel mio primo anno di B con la maglia rossoblu. Ero stato relegato in panchina, ma entrai e segnai un bel gol in rovesciata. Rialzandomi, mi venne spontaneo esultare in quella maniera. Da allora non l’ho piu’ abbandonata“. Sulla Roma di Fabio Capello, tricolore nel 2001, Montella dichiara: “Quella era davvero una squadra fortissima. Avessimo avuto un’altra testa, un’altra mentalita’, avremmo potuto vincere molto piu’ di un solo scudetto perche’ avevamo un potenziale enorme ed eravamo piu’ forti di tutti. Ripensandoci, pero’, forse e’ stato meglio cosi’; perche’ vincere uno scudetto a Roma e’ qualcosa di unico e irripetibile. A distanza di una settimana dal trionfo, ricordo che ero con , Candela e altri compagni in un ristorante di Roma: la gente lo venne a sapere e si creo’ una calca tale che fummo costretti ad uscire dal locale scortati dalla polizia“. L’attuale allenatore del Catania ricorda anche Roberto Mancini e , suoi compagni, rispettivamente, alla Sampdoria e alla Roma: “Mancini era un giocatore straordinario e godeva quasi piu’ nel far segnare un compagno che nel fare gol lui stesso. Ebbene, io in quegli anni vivevo solo per il gol e ho beneficiato ampiamente di questa sua attitudine. invece e’ il massimo esponente della romanita’, anche a livello internazionale. Dopo 15 anni eccezionali ha sempre quel modo di giocare ‘simpatico’ che riesce a far presa anche sui ragazzini. Quando smettera’, per i tifosi della Roma non sara’ un momento facile, perche’ e’ l’emblema del club. e’ la Roma“. Infine, sul poker di reti messo a segno nel derby di Roma del 2002, Montella dichiara: “Ancora oggi, a dieci anni di distanza, i tifosi della Roma me lo ricordano, non la smettono di ringraziarmi ed e’ una cosa che mi fa piacere. E pensare che, li’ per li’, quei 4 gol non riuscii nemmeno a godermeli troppo: avevo un carattere introverso e freddo che non lasciava spazio a entusiasmi particolari. Un peccato, oggi sicuramente vivrei un’emozione cosi’ ben piu’ intensamente“.