Dei nuovi acquisti della Roma era l'unico a mancare all'appello della presentazione ufficiale. Fabio Borini, neo-attaccante della Roma, già sceso in campo nel match di domenica scorsa contro il Cagliari
Dei nuovi acquisti della Roma era l'unico a mancare all'appello della presentazione ufficiale. Fabio Borini, neo-attaccante della Roma, già sceso in campo nel match di domenica scorsa contro il Cagliari, ha risposto alle domande dei cronisti presenti al centro sportivo "Fulvio Bernardini". Questo l'intervento INTEGRALE del giovane centravanti giallorosso
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Hai appena 20 anni ma hai una certa esperienza internazionale, tra Chelsea, Swansea e nazionale Under 21. Cosa ti colpisce di questa esperienza a Roma?
"Mi colpisce il nuovo ciclo che stanno cercando di costruire, con nuove idee e nuovi giocatori, visto che siamo in tanti. La mentalità e lo spirito intorno alla squadra e all'allenatore. La partita di domenica scorsa ho notato, anche solo andando allo stadio col pullman, tutta la gente che si fermava per strada... E' tutto diverso da quello che poteva essere a Parma, o magari in Inghilterra. Mi colpisce tutto quanto"
Contro l'Inter come arrivate? Chi delle due sqaudre è alla ricerca di una vera identita
"Ovviamente tutte e due le squadre cercheranno di fare il loro gioco. Come noi abbiamo le nostre idee loro hanno le proprie. Magari i risultati non sono venuti subito, ma le idee ci sono e sono ben chiare dal nostro punto di vista. E' una grande sfida, in Italia è molto sentita, fino a poco tempo fa potevo vederla solo in tv, adesso potrei viverla"
Hai esordito contro il Cagliari, Luis Enrique ti ha provato con i titolari. Ti sernti pronto a giocare contro l'Inter?
"In questo momento, da quello che ho potuto capire, per il mister non ci sono titolari fissi, non sappiamo mai chi giocherà domenica o il turno infrasettimanale, ci alleniamo tutti al massimo senza sapere chi scenderà in campo"
Sul recente passato. Hai esordito con Ancelotti, contro l'Hapoel Nicosia, poi allo Swansea. Cosa è andato storto?
"Ci sono stati dei problemi con il rinnovo del contratto. Si è interrotta la negoaziazione del contratto, da lì si è interrotto il rapporto e ho dovuto cercare strade alternativa"
Come vivi il paragone con Inzaghi? Quale è la tua posizione preferita in campo?
"Mi affascina, non è la prima volta che me lo dicono. Inzaghi ha vinto tutto, ha segnato tanto e giocato altrettanto. Sulla posizione in campo non sta a me decidere. Io nasco punta centrale ma mi adatto anche come seconda punta o laterale, posso ricoprire tutti i ruoli in attacco"
Saresti pronto a fare il titolare in questa Roma?
"Posso sentirmi qualsiasi cosa, ma non sono io a decidere. Come provavo al Chelsea, dove avevo grandissimi campioni davanti, a giocare il più possibile ho fatto lo stesso allo Swansea e al Parma. La voglia e lo spirito che mettevo in passato nell'allenamento non cambia neanche adesso"
Quali compagni ti hanno colpito di più in questa squadra?
"Totti l'avevo visto solo in tv, conoscevo la sua storia. Quando ci siamo presentati mi sono sentito quasi fuori luogo, per me sembrava impossibile. Ho avuto molto piacere anche a conoscere De Rossi, Burdisso, i 'capi' dello spogliatoio. Giorno dopo giorno mi sento sempre più parte del gruppo, e loro mi stanno aiutando a farmi sentire a casa"
Siete pronti per il primo posto? E' un sogno realizzabile
"Sognare è sempre possibile. Penso siano molto buone le idee che ci sono e che abbiamo, anche se ci vorrà del tempo per metterle in atto, poichè quando ci sono dei cambiamenti si fa sempre fatica. "
Totti è lo stesso che vedevi in tv o è cambiato rispetto al campione che ammiravi?
"Se uno è un campione resterà per sempre dei fuoriclasse. Totti lo è, lo è stato e lo sarà, non solo in Italia ma anche nel mondo""
Hai sentito Ancelotti dopo il tuo passaggio alla Roma? L'esperienza nel calcio inglese, più fisico rispetto a quello italiano, ti può avvantaggiare?
"Personalmente non l'ho sentito ma ho sentito un suo amico che mi ha riferito le sue parole. E' tanto contento che io sia proprio a Roma, mi hanno fatto piacere le sue parole. Mi ha insegnato tanto, sicuramente, lui mi ha portato in prima squadra al Chelsea, nonostante i primi periodi di difficoltà in una nuova squadra e in un nuovo stato. Era anche quasi più facile parlare in italiano, mi ha aiutato molto, mi ha dato consigli. E' un grandissimo allenatore e ovviamente sapeva relazionarsi sia con i giovani che e con il resto della squadra"
Hai giocato un calcio più fisico in Inghilterra. Può avvantaggirarti per il campionato italiano?
"Penso che ci sia una mentalità diversa in Inghilterra, nel calcio come nella vita. Una mentalità giusta che mi ha fatto crescere più velocemente. Mantenerla è uno dei miei obiettivi, i traguardi raggiunti in questi anni li devo alla mentalità e allo spirito che ho maturato in Inghilterra
Cosa hai imparato da Drogba?
"Tra le cose che ho appreso da lui ci sono i calci di punizione. Ho passato un anno circa a provare le punizioni con lui dopo l'allenamento, mi ha insegnato la tecnica e piccoli trucchi, poi dopo ovviamente ci ho messo anche del mio. Ho imparato i movimenti e la difesa del pallone dentro l'area, come affrontare la partita nel modo giusto, visto che lui ha giocato partite importanti e sempre nel modo giusto, segnado gol pesanti. Lo trasmette benissimo, paral con tutti e se un giovane vuole provare lui è disponibile a insegnare"
Nel Parma cos'è che andato e cosa no?
"Non è vero che non ha funzionato, forse ha funzionato prima del dovuto e sono venuto a Roma. Non so dire cosa sia successo. Forse è accaduto tutto prima del dovuto, ma sono contento lo stesso"
Sei cresciuto nella Premier, ora torni in Italia. Ti troverai in difficoltà?
"Ho avuto difficoltà in Inghilterra ad amibentarmi. ero piccolo e immaturo. Adesso non dico che a 20 anni sono già grande, però sicuramente con l'esperienza all'estero sono maturato. L'ambientamento non è uno dei miei problemi, visto che in sei mesi ho cambiato quattro squadre, sono quasi costretto ad ambientarmi velocemente e ho già un mio metodo, perchè non posso aspettare ogni volta sei mesi. Il metodo? Ognuno ha il suo metodo, dipende da dove sei, devi cercare di riprendere sempre le situazioni che hai a casa, cerchi di mantenere le stesse abitudini e gli stessi oggetti"
Quali obiettivi ti sei prefissato per questa stagione?
"Non l'ho mai detto, ne ho parlato solo con poche persone, preferisco non parlarne pubblicamente"
Quando hai saputo che la Roma ti voleva? Hai mai avuto dubbi o hai accettato subito?
"Le difficoltà nel giocare ci sono ovunque per i nuovi, a meno che tu non sia Messi o Cristiano Ronaldo, bisogna sfruttare al meglio le oppurtunità. Del trasferimento a Roma l'ho saputo concretamente mentre ero in viaggio in treno con la Nazionale, è una cosa che è nata, che io sappia, all'ultimo secondo"
Sei preoccupato di essere arrivato in prestito? Sei intenzionato a farti riscattare dalla Roma?
"E' un possibile obiettivo. Giocare a Roma siginifica giocare in una grande squadra, per me a 20 anni giocare in una grande squadra è un onore e ci spero. Sta a me dimostrarlo sul campo"
Hai giocato con la Primavera del Bologna contro la Roma. Che ricordo hai di quella partita? I difensori forse ti ricordano bene, li avevi fatti impazzire...
"Ricordo che ho sbagliato una marea di gol e abbiamo perso 2-0 (ride). Solo quello. Abbiamo giocato qui fuori sul campo sintetico, era la prima volta che giocavo contro la Roma. Sinceramente non mi ricordo quali fossero i difensori di allora, ma feci la mia partita"
Molti tuoi compagni dell'under 21 provengono dal settore giovanile della Roma. Ti hanno detto qualcosa?
"Ho chiesto loro come era l'amibente a Roma, di Trigoria, dove era meglio prendere casa e cose del genere. Loro mi sono stati d'aiuto e mi hanno dato qualche dritta sugli allenamenti e sulle idee del mister, visto che hanno vissuto questa esperierienza. Ovviamente avevo già le mie idee, ma mi hanno aiutato molto"
Quanto tempo ci hai messo per decidere di venire a Roma?
"Quando si decide di andare a giocare in una grande squadra non c'è bisogno di molto tempo, cinque o dieci secondi non cambiano le cose. Sai già che la risposta è si, magari si prova a fare il vago e a essere un po' staccato, ma si conosce già la risposta"
Il tuo impatto con l'Olimpico com'è stato?
"Sono entrato e dopo sei secondi ho segnato, meglio di cosi non poteva andare, solo che era in fuorigioco. L'inno all'inzio della gara e i cori dei tifosi a fine partita sono stati bellisimi, vuol dire che i tifosi sono sempre con noi, prima, dopo e durante la partita"