RAI SPORT - Intervistato da Donatella Scarnati per il Tg1, mister Claudio Ranieri torna a parlare ai microfoni per la prima volta dopo le dimissioni da tecnico dei giallorossi.
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RAI SPORT - Intervistato da Donatella Scarnati per il Tg1, mister Claudio Ranieri torna a parlare ai microfoni per la prima volta dopo le dimissioni da tecnico dei giallorossi. Ecco l'intervista integrale:
Claudio Ranieri, iniziamo così: "Adesso parlo io..."?
Parliamo. Parliamone
Come ha vissuto il dopo Roma?
L'ho vissuto con un po' di amarezza perchè lasciare la squadra del tuo cuore...Si, sei un professionista ma per me Roma è qualcosa in più..."
Una sconfitta?
Non credo. Io ho fatto questo gesto per dare quel qualcosa in più alla squadra. Io la sera di Genova ho ringraziato la squadra per questo anno e mezzo vissuto insieme ma era giusto che i ragazzi si coagulassero, trovassero l'obiettivo comune che non riuscivano a trovare più con me
Come mai?
Credo che l'anno passato dopo Spalletti la squadra si compattò molto per scalare posizioni in classifica. Quando arrivai a Roma dissi: "Scordatevi il bel gioco, c'è bisogno di più determinazione. Dobbiamo dare l'idea di essere gladatori". E ci siamo riusciti, abbiamo raggiunto un sogno, abbiamo riempito l'Olimpico. E' stata una cosa bellissima. Quest'anno non è successo, tutte le circostanze hanno portato a far prevalere gli obiettivi personali a quelli della squadra.
Egoismo dei giocatori?
Non lo so. L'anno scorso si erano coesi verso questo obiettivo, quest'anno il fattore turnover, il fattore società, tutte queste cose hanno fatto sì che non ci fosse quell'idea comune. E io ho lasciato proprio per questo, ero rimasto l'unico parafulmine e i giocatori si dovevano responsabilizzare.
Questa è una sorta di sconfitta...
Si forse potrebbe essere, ma non mi sento sconfitto. Ho fatto di tutto per questa squadra, poi ho capito che soltanto andando via la squadra avrebbe reagito
E' innegabile che i giocatori non l'hanno aiutata...
Questo non posso dirlo perchè un mese fa abbiamo vinto il derby, abbiamo battuto la Juve, si parlava di Roma stellare. Certo, abbiamo avuto troppi alti e bassi, mai la continuità dell'anno scorso e questo è stato ciò che mi è dispiaciuto di più
Lo spogliatoio della Roma è una polveriera?
Qui torniamo a parlare di obiettivi non comuni, ma personali. Vedevamo parecchi giocatori scontenti quando li sostituivo mentre a bocce ferme tutti accettavano. Anche ora che hanno cambiato allenatore qualcuno in panchina ci deve andare...
Questo non è professionismo...
E' un fatto di cultura. Professionismo vuol dire dare tutto stesso, perchè se non lo fai devi rendere conto prima a te stesso, poi alla società ma sopratutto ai tifosi. Non posso, non voglio credere alla scarsa professionalità dei giocatori. Il gioco del calcio è un lavoro particolare, abbiamo fatto partite memorabili anche quest'anno, la coesione andava e veniva, non era continua.
Poco prima di dimettersi aveva detto: "Non abbandono la nave". Poi cosa è successo?
Poi ho capito. Ho cercato fino all'ultimo di stimolarli, di renderli partecipi. Stavamo su una barca che avrebbe attraversato mari tempestosi, visto che l'allenatore era l'unico punto di riferimento. Quando ho visto che pur vincendo 3-0 si bloccavano mi sono detto che solo le mie dimissioni li avrebbe svegliati. Ora sono loro i protagonisti
Qualcuno ha remato contro?
Non credo. Ci sono giocatori che con un allenatore riescono a dare il 100% e con un altro allenatore invece meno. Ma non credo che nessuno scenda in campo giocando contro, ne ho sentite tante di voci...Sono favole
E' deluso da cosa?
Non ero un campione e il mio motto era non mollare mai'. È un po' lo spirito del calcio inglese, i giocatori sono leoni e li devi frenare. Ecco, per questanno di Roma sono dispiaciuto perchè non tutti i giocatori hanno avuto questo spirito. Sono dispiaciuto perchè ho visto che qualcuno ha recepito, qualcuno no...
Non ce l'hanno fatta tutti...
Sarò un idealista. Viaggio su valori importanti. Amo questo lavoro e ho lasciato per amore della Roma
Un errore che pensa di aver fatto?
Non esser andato via a Giugno...? (sorride) No... Io dico sempre che un allenatore deve riuscire a trovare una chiave per tutti per farli rendere al massimo. Io quando giocavo cercavo sempre di capire, di andare incontro all'allenatore...
Che effetto le ha fatto leggere dopo il Bologna che la Roma aveva ritrovato lo spirito battagliero?
Mi fa piacere, evidentemente anche chi non ce l'aveva l'ha tirato fuori e il mio gesto ha colpito nel segno, ha avuto successo
Il problema era lei?
Non ero io. Ma potevo essere io nel senso che proteggevo sempre la squadra, ero diventato il repsonsabile di ogni pareggio o sconfitta, e non era sempre così..
Si è pentito di essere tornato ad allenare in Italia?
Bè...Certo che la cultura è differente ma non sono pentito. Quando accetto una sfida mi piace lottare.
Dove le piacerebbe allenare?
Io voglio allenare ancora, lInghilterra mi affascina, ma mi piace anche il campionato italiano. L'estero anche andrebbe bene, sono un allenatore internazionale
Differenza tra Inghilterra e l'Italia?
Nel calcio cè il Paradiso e cè lInferno, uno può scegliere dove stare tra i due. Qui, rispetto allInghilterra, è lInferno
Il caso Pizarro?
Devo pensare bene. Avevamo deciso che giocasse col Genoa; la sera avevo parlato con lui, era tutto ok. Poi la mattina alle 11, il medico mi ha detto che aveva la schiena bloccata. Non voglio credere che labbia detto perchè non voleva giocare. Entrerebbe in gioco la professionalità, la società che ti paga, i tifosi. Non sarebbe più una questione di allenatore. Il giocatore ha avuto una stagione travagliata: durante la preparazione ha lavorato il 3 per cento rispetto al resto della squadra, poi ha avuto un dolore al ginocchio che per lui è un problema cronico. Lui è sempre stato un punto di riferimento: no, io devo per forza pensare bene, diventerebbe un problema per la società che lo paga, per i tifosi...Certi discorsi non potrei accettarli, ne va della professionalità
Dopo di lei si è tornati al modulo di Spalletti...
Non mi sembrava un 4-2-3-1 (ride), mi sembrava un 4-4-2.
Tutto questo non fa piacere...
Mah, bisogna vedere come si intende il calcio. Chi dice che si è tornati al modulo di Spalletti non dice una cosa giusta