LAROMA24.IT - De Rossi e Pirlo, due opposti, la forza e la ragione della linea mediana, due volti perfetti e reciproci del gioco del calcio. Muscoli, corsa, determinazione e grinta contro tecnica, leggerezza e classe. Tra Brescia e Ostia, tra Berlino e Roma in questi anni abbiamo visto e vissuto lestetica e la potenza del pall
DDR De Rossi inizia la sua carriera come bomber nelle giovanili dellOstia Mare prima di passare nella primavera giallorossa. Papà Alberto trasforma Daniele da attaccante grezzo a centrocampista moderno. Capello, allora allenatore della prima squadra non si fa scappare il talento di Ostia tanto da convocarlo già nella stagione 2000-2001, quella dello scudetto. Il 30 ottobre 2001 lesordio in Champions League contro lAnderlecht al posto di Ivan Tomic (mai sostituzione fu più azzeccata) fino allesordio in campionato datato 25 gennaio 2003 nella sfortunata trasferta a Como (partita persa 2-0 con reti di Music e Carbone. Tanto per completare il tabellino in panchina con i lombardi sedeva tal Fascetti).
Se è Capello a lanciarlo in A è con Spalletti che De Rossi termina la sua formazione diventando uno dei centrocampisti più forti dEuropa. Nel 4-2-3-1 del tecnico toscano infatti Daniele, completandosi alla perfezione con il compagno di reparto David Pizarro, diventa un elemento fondamentale davanti alla difesa. Con il tecnico di Certaldo De Rossi sfiora (questione di centimetri) due volte lo scudetto, vince due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana nel 2007 a Milano contro lInter. Partita decisa proprio da un suo gol su rigore al 78. Prestazione a cui va aggiunta un esultanza soft sotto il settore romanista, con tanto di vena sul collo in evidenza per la gioia dei fotografi.
Nel 2006 la spedizione trionfale in Germania con la Nazionale di Marcello Lippi (tanto odiato dai romanisti tanto apprezzato dallo stesso De Rossi). Il centrocampista giallorosso, insieme allo stesso Pirlo, dopo lespulsione contro gli Stati Uniti, rimediata dopo la gomitata rifilata a Mc Bride e costata quattro giornate di squalifica, segnerà anche uno dei rigori che permetteranno allItalia di vincere e alzare la Coppa del Mondo a Berlino. Finita bruscamente lera Spalletti nel 2009 De Rossi è protagonista (con il record di 7 gol in una sola stagione) della lunga rincorsa della Roma di Ranieri - altro allenatore poco tollerato nella capitale - allInter di Mourinho. Un sogno svanito dolorosamente contro la Sampdoria alla 35^ giornata. Respinte le lusinghe inglesi, le offerte spagnole (e le non meglio precisate chiacchiere da bar) De Rossi quest'anno ha deciso di legare per sempre il proprio nome alla maglia giallorossa rinnovando il contratto fino al 30 giugno 2017.
Con Luis Enrique il ritorno da interno di centrocampo a centromediano difensivo vecchio stampo. Nonostante gli alti (pochi) e bassi (tanti) della squadra giallorossa De Rossi ritrova un ruolo perfetto per le proprie caratteristiche tanto da ritornare a livelli spallettiani di rendimento.
PIRLO Da Brescia a Berlino, la carriera del centrocampista juventino, è stato un percorso netto tra scudetti, Supercoppe, Coppe dei Campioni e Mondiale. Cresciuto nel Brescia, con il quale ha esordito in Serie A il 21 maggio 1995, Pirlo nel 98 passa allInter. Con i nerazzurri (complici 4 allenatori di fila tra cui Hodgson e Luciano Castellini) un amore mai nato. Dopo una prima stagione tra luci e ombre, una parentesi in prestito alla Reggina (6 gol in 28 partite ), e un ritorno a Milano poco felice nel 2001 inizia - come dicono quelli bravi - lescalation verso il successo.
Voltato il millennio Pirlo torna a Brescia e qui, complice Carlo Mazzone, si trasforma da mezzapunta a regista. Poche partite bastano a far intravedere un talento cristallino. Il Milan e Carlo Ancelotti decidono di puntare su di lui mettendo sul banco 35 miliardi di lire e affidandogli le chiavi del centrocampo rossonero allestendo così una linea mediana stellare con Gattuso, Seedorf e Rui Costa. Una squadra a trazione offensiva che nel giro di pochi anni riesce a conquistare 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa del Mondo per club, 2 campionati italiani, 1 coppa italia e 1 Supercoppa. Una bacheca personale impressionante che però, finito il ciclo-Ancelotti, non riesce a convincere Massimiliano Allegri che decide di scaricare Pirlo in nome della tattica (e di Van Bommel e di chissà cos'altro).
Fatti i bagagli l'Andrea-nazionale decide di emigrare all'ombra della Fiat (e del nuovo contratto) dove rigenerato dal modulo e dalla fiducia del neotrapiantato (sulla panchina della Juve) Antonio Conte, è tornato protagonista del campionato italiano regalando punti, assist, gol e, soprattutto, tanta classe. A Torino domenica una nuova battaglia tra Juventus e Roma. Tra vecchie e nuove ruggini. Un rinnovato scontro tra opposti.
Gianluca Pace