LAROMA24.IT - Un sogno in comune. Quello che lega gli albori della carriera dei due Daniele, accomunati inoltre dallaver mosso i primi passi sotto gli occhi paterni. Uno, De Rossi, ieri biondino bramante un futuro colorato di giallorosso, oggi emblema di quei colori, laltro, Conti, partito coltivando i medesimi sogni del collega più giovane ma ben presto scontratosi con la gigantografia di papà Bruno. Fu proprio questo a dividere le strade dei due. Nellestate del 99, a ventanni, Conti sceglie di risvegliarsi dal sogno e traghettare il
De Rossi Daniele non ha lombra ingombrante di un babbo campione del mondo e già idolo della tifoseria ma deve comunque strapparsi dal collo il cartellino raccomandato, la conclusione più facile da sottoscrivere quando si giudica un debuttante con il padre già inserito nei quadri tecnici di Trigoria. Daniele da Ostia lascerà la parola al campo: 321 presenze e 40 gol unite ad un attaccamento alla maglia svuotano ogni pregiudizio e ne giustificano lirruzione come simbolo della squadra al pari di Francesco Totti, di cui diventa erede naturale della fascia di capitano.
CONTI Giovane di belle speranze cresciuto nel settore giovanile giallorosso per Daniele la Roma è un ricordo dal sapore agrodolce. Sulla via di Trigoria, il centrocampista oggi 31enne, scoprì presto leffetto che fa portare sulle spalle le identiche 5 lettere che per quasi un ventennio (dal 73 al 91 escluse le parentesi di due stagioni al Genoa) infiammarono lOlimpico e divennero iridate con il trionfo nei mondiali spagnoli dell82, quando papà Bruno fu per tutti Marazico. Poco più che un bambino di 3 anni, allepoca Daniele non poté realizzare che la Coppa del Mondo alzata dal padre e la conquista del secondo scudetto giallorosso, rappresentavano per lui una tremenda complicazione verso un futuro romanista. Ancor di più quando le caratteristiche tecniche sono antitetiche: il mancino sopraffino del papà, è un destro educato ma nulla più nella prole. Bruno, fisico agile e minuto, scendeva chioma al vento sulla corsia laterale confezionando assist e gol. Da par suo Daniele, dotato di maggiore fisicità, rompe e cuce il gioco a metà campo. Così il sogno sinterrompe nellestate del 99 quando finisce al Cagliari. Il primo anno si tramuta in incubo: i rossoblù retrocedono in serie cadetta dove rimarranno per altri quattro anni. Sembra il preludio ad una carriera sbiadita di provincia.
Al contrario, da lì scatterà la risalita degli isolani e di Daniele divenuto nel frattempo punto fermo nell11 titolare. Dopo aver riconquistato la serie A nel 2004/05 dimostrerà di essere un calciatore da massima serie, seppur non possieda lestro paterno. Ma cè di più, Conti riscrive la propria trama calcistica e diventa quasi unantagonista della Roma. Lo testimonieranno il temperamento con cui il centrocampista affronterà da lì in poi i giallorossi, questultimi saranno la sua vittima preferita: in 11 incontri 3 volte esulterà (con notevole enfasi) di fronte alla sua ex squadra. Lultimo in ordine di tempo lo scorso Cagliari-Roma, in cui acciuffò il 2-2 finale con una zampata da pochi passi, dopo che si era reso protagonista di un accesso diverbio con Totti. Ulteriore prova di come la sfida contro i giallorossi non sia mai una partita qualunque.
DE ROSSI Rispetto a Conti, Daniele da Ostia è riuscito a coronare il suo sogno fino in fondo. Di certo lombra del padre non era così estesa e scomoda come quella di Marazico, tuttavia non è stata in discesa la strada per il biondo centrocampista. La prima maglia della prima squadra indossata da De Rossi è già qualcosa di speciale, ha infatti cucito sul petto lo scudetto conquistato nella stagione precedente. Fabio Capello, allora tecnico romanista, stravede per lui così da battezzarlo addirittura in una sfida di Champions League, nella quale DDR, appena diciottenne, rileva Tomic. Per il debutto in campionato dovrà attendere lanno successivo, con il quale arriveranno anche i primi gol: il primo è già una perla, destro secco dai 25 metri che non lascia scampo al portiere del Torino. Centrocampista moderno in stile inglese, per via di quel binomio sostanza-senso del gol retaggio di un passato da attaccante nelle giovanili. Negli anni successivi De Rossi guadagnerà sempre più spazio e, in virtù di una straordinaria dedizione alla causa, anche i gradi di vice capitano. Dopo linizio da centrocampista con libertà di inserimento, larrivo di Luciano Spalletti lo indietreggiò di qualche metro facendo apprezzare a tutti anche le sue capacità a protezione della difesa.
Tutto questo va unito a quella grinta dimostrata in ogni sfida, a quel sublime attaccamento alla maglia, a quelle corse sfrenate sotto la Sud dopo i gol che gli hanno permesso di affiancare il totem Francesco Totti nellimmaginario dei tifosi. Con il capitano giallorosso conquisterà due edizioni di Coppa Italia ed una Supercoppa in maglia giallorossa, oltre alla Coppa del Mondo alzata al cielo di Berlino nel 2006. Proprio la storia con la nazionale è costellata da impennate e scivoloni con conseguente gogna mediatica senza esclusione di colpi, proprio come fu per il precursore di Porta Metronia. Il suo mondiale del 2006 venne macchiato da una gomitata a Mc Bride che gli costò lespulsione e la squalifica. Ritornato per la finale contro la Francia si riscattò spedendo allincrocio il terzo rigore della serie finale.
De Rossi e Conti di nuovo contro. I due hanno incrociato i tacchetti in 11 occasioni per un bilancio di 6 vittorie per il giallorosso, 3 pari e 2 vittorie per il rossubù. Conti, in dubbio in settimana alla fine ci sarà e stasera saranno nuovamente uno di fronte all'altro, ingabbiati come sempre in quel cerchio di centrocampo che è la loro dimora naturale. Entrambi con un sogno in comune: coronato da uno, mandato in frantumi dallaltro e per questo in cerca di rivalse.
STATISTICHE A CONFRONTO
De Rossi Conti
Data di nascita: 24-7-1983 9-1-1979
Altezza: 184 cm 178 cm
Peso: 82 kg 71 kg
Nazionalità: Italiana Italiana
Presenze in A: 222 200
Gol in A: 27 23
Mirko Bussi