PELLEGRINI: "Mourinho ti trasmette qualcosa che non hai, credo alla Champions. La fascia è una responsabilità in campo e fuori"

19/02/2022 alle 09:09.
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SPORTWEEK - Lorenzo Pellegrini ha rilasciato una lunghissima intervista al settimanale della Gazzetta dello Sport e lo ha fatto in compagnia di sua moglie Veronica Martinelli. I due hanno parlato di tanti temi, ma il capitano della Roma si è soffermato a lungo anche sulle cose di casa giallorossa. Le parole della coppia:

Credete nella sfortuna? L’Europeo saltato per infortunio, la Roma di Mourinho che pare al di sotto delle aspettative.
Lorenzo: "Non ci credo. Credo però nelle energie. Sono fissato. Ogni tanto leggo qualche libro su questo, l’ultimo è “La tua mente può tutto”. Nella vita i momenti difficili ci sono, ma penso che non esista una realtà scritta. Si può cambiarla con lucidità e positività. Perciò iniziamo così: io credo che le cose andranno sempre meglio".
Veronica: "Un po’ mi fa ridere quando parla di queste cose, ma in fondo anch’io ci credo".

Da ragazzo hai compiuto il Cammino di Santiago per arrivare a Compostela. Com’è stato?
L: "Bellissimo. L’ho fatto con una comitiva guidata da un parroco, Don Luca, cui voglio bene. Avevo 14 anni e mi pare che percorremmo a piedi gli ultimi 180 km. Un’esperienza totalizzante".

Se la Roma vincesse lo scudetto, sarebbe disposto a ripeterlo?
L: "Certo. E anche a fare molti chilometri in più".
V: "Io non l’ho fatto perché non stavamo ancora insieme, ma mi piacerebbe. Potrebbe essere l’occasione giusta".

Varrebbe anche per il Mondiale, se ci andiamo?
L: "Si deve andare. Purtroppo, per i nostri demeriti, abbiamo imboccato una strada difficile. Ne parliamo tra noi della Nazionale nel gruppo su WhatsApp. Pensavamo di avere in mano la situazione e invece…"
V: "A me piacerebbe anche seguire Lorenzo in Qatar e portare i bambini con me, non ci sono mai stata".

Senza Mondiale, ne uscirebbe ridimensionata anche la vittoria dell’Europeo?
L: "Non credo. L’Italia non ha vissuto solo per un mese, ma per un anno e mezzo le esperienze di un gruppo nuovo. Per quanto mi riguarda, i playoff sono uno stimolo: marzo può essere un’occasione per riprendermi quello che ho perso, anche se io mi sento parte del gruppo campione d’Europa. Tutte le difficoltà superate durante la qualificazione fanno parte del percorso. Poi è normale che i compagni abbiano vissuto un mese eccezionale e io abbia solo tifato per loro".

[...]

Quando lei non è partito per Genova, in occasione della nascita di suo figlio, molti tifosi hanno postato commenti sgradevoli.
L: "Forse per alcuni non siamo uomini. Ho tenuto un aereo bloccato finché ho potuto, ma per privacy non desideravo dire cosa stesse accadendo. Nella vita si devono fare delle scelte. Volevo essere in tutti e due i posti, però mia moglie aveva bisogno di me, perciò rifarei tutto. È stata una situazione particolare".
V: "E intensa".
L: "La cosa che mi darebbe più fastidio non è comportarmi come dice la mia testa per assecondare altri. Non è bello sentir dire che si è persa una partita perché io non sono andato. Non lo è neanche per i miei compagni".

[...]

Sempre sui social, Lorenzo ha avuto problemi anche per via dell’amicizia con Immobile.
L: "Non me la prendo e, in fondo, la capisco anche questa cosa. O meglio: non la capisco, ma fa parte del gioco. So che rivalità ci sia e, se uno me lo fa notare, va bene. Ciro è un ragazzo eccezionale e siamo legati anche con le famiglie, però quando scendo in campo è un’altra cosa. Se giocassi contro mia madre, diventerebbe un avversario, farei fallo pure a lei. Non ho fatto niente di sbagliato, ma non me la prendo se i tifosi si arrabbiano per una foto con Ciro. È diverso dall’episodio della nascita di mio figlio".

Essere capitano della Roma è un onore, ma anche un onere?
V: "Per me lui è sempre Lorenzo, così come io sono Veronica. Non noto differenze nell’approccio dei nostri amici".
L: "A noi piace la semplicità in cui viviamo, ma per me le cose sono cambiate. La fascia è una responsabilità, in campo e fuori. La mia sta anche nel far capire ai nuovi che questa non è una maglia qualunque e la Roma non è un posto di passaggio".

Be’, per molti campioni, da a , in questi anni lo è stato.
L: "Questo è un discorso più ampio. Le cose stanno cambiando. Comunque anche in passato ci sono stati tanti che volevano restare a tutti i costi e non lo hanno potuto fare, ma queste cose non devono competerci. Io faccio riferimento allo spirito che deve animare chi arriva a giocare nella Roma".

Essere capitano dopo e è difficile?
L: "Ho vissuto lo spogliatoio con Daniele e ho avuto un rapporto incredibile con Francesco nonostante avesse smesso. Loro sono stati grandi esempi. Soprattutto nell’approccio con chi arrivava dalla Primavera".

Non è strano che siano fuori dalla Roma?
L: "Penso che sia strano per tutti. Sono state due leggende e per il rapporto che ho avuto con loro dico che mi piacerebbe vederli ogni giorno a Trigoria. Ma penso anche che sia da rispettare le scelte che hanno fatto. Hanno intrapreso un percorso e non gli stanno regalando nulla, anche se si chiamano e ".

Primo luogo comune: è stufo di sentire dire che uno scudetto a Roma ne vale dieci altrove?
L: "Sì. Questa frase fa parte della mentalità da cambiare. Se lo vinci e sostieni che ne vale dieci, significa che pensi sia stato un caso vincerne uno. La ha vinto tanto per la loro mentalità, noi ci siamo avvicinati ma ci è sempre mancato qualcosa. Dobbiamo fare uno scatto in avanti".

[...]

Dicono che lei sia un rosicone sulle pagelle?
L: "Sono rosicone in tutto".
V: "Confermo. Lui non può perdere, dev’essere il migliore, ma è una cosa positiva".
L: "Nessuno mi ha regalato niente. Anche a carte con mia moglie o mia figlia, voglio vincere. Se mi battono è perché lo hanno meritato".
V: "Confermo".

Pare avere uno spirito alla Mourinho. Dopo la sconfitta con l’ ha detto che dovete seguirlo di più.
L: "Mi identifico molto in quello che dice. La sua storia parla per lui. È venuto a Roma per trasmetterci la sua mentalità, ma ora contano i fatti. Dobbiamo lavorare ogni giorno meglio. Lui però si arrabbia per un pallone non dato, per una rincorsa non fatta. Mai sentito arrabbiarsi per un errore tecnico".

Che cosa stanno portando i nuovi acquisti?
L: "Maitland-Niles è arrivato il sabato e il giorno dopo ha giocato con la , dimostrando già di essere pronto. Oliveira non ha bisogno di presentazioni: ha tutto per affermarsi in Serie A".

Ma si sarebbe immaginato tutte queste difficoltà? Siete indietro rispetto alle aspettative.
L: "I cavalli si vedono all’arrivo e io sono fiducioso".

A Roma si è parlato molto di arbitri.
L: "E invece bisogna fare un passo indietro, perché nessuno ce l’ha con noi. Anche io mi sono lasciato troppo andare negli atteggiamenti. Certo, spero che episodi come quello con il Milan non si ripetano, perché ci aspettiamo che tutto col Var sia perfetto, ma occorre cominciare ad avere un atteggiamento migliore con loro".

Sono molto diversi Mancini e Mourinho?
L: "Sì. Mourinho ti trasmette qualcosa che, se non hai, comunque viene fuori. Mancini ti dà serenità, così rischi una giocata che altrimenti non rischieresti. Mourinho chiede molta verticalità, Mancini cerca più il possesso palla per avere la partita in controllo. Una volta, ad esempio, stavamo facendo un esercizio a Coverciano e lui ci chiamò tutti in mezzo al campo. Ho pensato “Adesso ci rimprovera”. E invece ci disse: “Ragazzi, ma siete bravissimi! Dovete credere di più in voi stessi”. Ecco, Mancini comunica tranquillità".

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Quando è stato ceduto al , era convinto che sarebbe tornato alla Roma?
L: "Era il mio obiettivo, una sfida. Il club aveva quella recompra che i miei agenti si erano inventati. Era un controsenso: mi hai venduto a un milione e mi ricompri a dieci? Lì è stato bravo Massara, che mi ha rivoluto".

Massara a Roma è stato sottovalutato?
L: "Secondo me, sì. Con Ricky avevamo un ottimo rapporto, io credo che per un d.s. sia importante instaurare una relazione con lo spogliatoio. Che è anche quello che ha fatto Pinto in questi mesi".

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Lorenzo, in vista dei prossimi obiettivi, ha ancora spazio per qualche tatuaggio vero?
L: "Certo. Se vinco il Mondiale o una con la Roma, entrano di sicuro nella mappa. Sono ottimista. Vedrà che intanto andremo sia in Qatar che in . Io ci credo".

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